New York (USA) – Chi ha detto che Linux non è adatto a grandi sistemi? L’avanzata dei supercomputer basati su Linux è stata confermata ieri dall’annuncio della multinazionale petrolifera Conoco: con un sistemone da 500 miliardi di operazioni al secondo vengono cercati petrolio e gas ad un decimo dei costi sostenuti normalmente per utilizzare supercomputer “tradizionali”.
Non è la prima volta che un supercomputer basato su Linux fa parlare di sé , ma l’importanza dei compiti assegnati e il peso dell’azienda che ha deciso di adottare il sistema fanno la differenza. La macchina sfrutta decine di computer realizzati su architetture Intel (alcuni dual processor) e collegati su un network da 1 gigabit al secondo con 10 terabyte di spazio di memorizzazione (ma c’è anche una libreria su nastro).
Per realizzare la macchina, di cui non sono però stati forniti tutti i dettagli, la Conoco ha confermato di aver utilizzato metodi in passato già sfruttati per realizzare sistemi potenti basati su Linux e di aver modificato il kernel del sistema operativo open source. Per ottenere buoni risultati, Conoco ha dovuto affrontare 4 milioni di dollari di spesa per il porting del software di settore sulla propria macchina oltre a 1,75 milioni di dollari necessari per l’hardware. Stando all’azienda, entro il 2001 verrà raddoppiata la capacità di calcolo del macchinone con una spesa ulteriore di 1,5 milioni di dollari.