Svelati tutti i segreti del Colossus

Svelati tutti i segreti del Colossus

di Alberigo Massucci. Nelle mani degli storici e dei curiosi stanno finalmente giungendo le specifiche di quello che viene considerato il primo computer della storia. Un computer la cui fama è oscurata dalla triste fine del suo creatore
di Alberigo Massucci. Nelle mani degli storici e dei curiosi stanno finalmente giungendo le specifiche di quello che viene considerato il primo computer della storia. Un computer la cui fama è oscurata dalla triste fine del suo creatore


Roma – Il Governo britannico ha reso pubbliche nei giorni scorsi le documentazioni relative al Progetto Colossus, declassificando informazioni su cui si è speculato per decenni. Perché Colossus non soltanto è stato il mezzo con cui gli Alleati hanno conosciuto vitali informazioni provenienti dalla Germania di Hitler, ma anche la macchina che viene considerata il primo computer della storia.

Sulla Rete attorno a Colossus sono nati e cresciuti centinaia di siti, molti dei quali fornitissimi di materiali, da ricostruzioni storiche a testimonianze d’epoca, dalle immagini di quella grande macchina che occupava un’intera stanza alle discettazioni di importanti ricercatori. Ora qualcosa di più e di centrale viene messo a disposizione di chi vuole sapere perché ma soprattuto come nacque nel 1943 il primo computer nella storia dell’Umanità.

Al Public Record Office britannico, in pratica gli Archivi di Stato inglesi, il Governo ha consegnato due volumi di documenti. Si tratta di 500 pagine con i dettagli tecnici, quelle specifiche che ancora non erano state rese note dall’epoca della costruzione di Colossus, appunti sulla costruzione e fotografie di Colossus e di Colossus 2. Entro la fine di ottobre tutto questo sarà pubblicato sulla Rete proprio dal Public Record Office.

Non sono chiare, in effetti, le ragioni per le quali il Governo britannico abbia deciso di mantenere classificate così a lungo le informazioni relative ai più intimi dettagli tecnici del computer, considerato da alcuni un “calcolatore programmabile” ma non propriamente un computer. Non è chiaro anche per quale ragione i documenti non siano stati rilasciati al pubblico 30 anni dopo la costruzione del Colossus, come previsto dalla legge britannica. Il Governo, all’epoca, chiese per quei documenti lo status speciale, capace di “chiudere al pubblico” certi materiali anche fino a 100 anni dagli avvenimenti che li riguardano, a seconda del loro peso in termini di sicurezza nazionale o di relazioni con altri paesi.

In realtà, come notava Wired di recente, proprio a causa della mancanza dei dettagli tecnici e degli altri materiali classificati sul Colossus, per decenni inglesi e americani hanno discusso su chi avesse veramente dato vita al primo computer. Come noto, infatti, già nel 1946 negli States “pulsava” il cuore di ENIAC (ma scienziati britannici sostengono addirittura che prima di ENIAC era già operativo Colossus 2) e gli americani non sono disposti a cedere il trono che sembrano aver usurpato.

Una storia parallela alla segretezza di quei documenti è quella ben più triste del matematico che rese possibile la nascita della macchina che consentì ad Eisenhower e Montgomery di decidere il D-Day.

All’epoca della realizzazione di Colossus, Alan Turing aveva 26 anni e consegnò agli Alleati le equazioni necessarie a mettere insieme uno strumento di sicurezza superiore in tecnologia alla crittografia avanzata del tedesco Enigma , così superiore da poterne decrittare le comunicazioni e portare un vantaggio strategico alle forze anglosassoni. La storia di quegli anni per Turing fu però densa di ostacoli e problemi perché prima ancora che la guerra finisse era già un ricercatore “tenuto d’occhio” dai servizi segreti, depositario di conoscenze che il Governo di Londra voleva gelosamente custodire. Conoscenze che in quegli anni consentirono lo sviluppo di numerosi strumenti di codifica e decrittazione.

Turing continuò a lavorare dopo la guerra per cercare di migliorare le sue creature informatiche ma nel 1952, senza aver avuto un vero riconoscimento ufficiale per quanto aveva fatto, Turing fu arrestato perché colpevole di essere omosessuale. Finì in un sanatorio imbottito di estrogeni che avrebbero dovuto curarlo da quella che all’epoca veniva considerata una malattia. Morì nella disperazione due anni dopo, nel 1954, ingerendo una forte quantità di cianuro.

Tra le molte iniziative che oggi riconoscono a Turing i suoi meriti e a Colossus il suo posto nella storia, va segnalata quella che il 6 giugno del 1996 portò il Duca di Kent ad accendere un Colossus ricostruito sulle specifiche e le informazioni disponibili all’epoca, forse il massimo tributo ad un computer che da solo cambiò la storia del mondo.

Alberigo Massucci

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
7 ott 2000
Link copiato negli appunti