Svezia, polizia contro pirati

Svezia, polizia contro pirati

Una vasta operazione internazionale ha portato gli agenti svedesi alle porte dell'host che ospita i server di Wikileaks. Nel mirino due indirizzi IP. Mentre in un'altra zona del paese si procede con gli arresti
Una vasta operazione internazionale ha portato gli agenti svedesi alle porte dell'host che ospita i server di Wikileaks. Nel mirino due indirizzi IP. Mentre in un'altra zona del paese si procede con gli arresti

Una vasta operazione di polizia, che ha coinvolto le autorità di almeno 14 paesi europei. Tra questi il Regno Unito e la Germania, ma soprattutto la Svezia, che ha sguinzagliato i suoi agenti per abbattere quella che in molti hanno visto come una organizzazione piramidale della pirateria a mezzo web.

E la polizia svedese sembra essersi contraddistinta per zelo, a caccia di condivisori in almeno quattro aree della nazione. In particolare quella di Solna, comune situato nella regione di Stoccolma. Ovvero la città che attualmente ospita la sede di PRQ, società specializzata in servizi di hosting.

Ai vertici della società – che in parte ospita i server di Wikileaks – è stato chiesto di rivelare l’identità dietro due indirizzi IP in particolare, rei di aver ripetutamente violato il copyright per quasi un anno. La polizia svedese ha però precisato: il sito delle spifferate di Julian Assange sarebbe assolutamente estraneo all’operazione , al limite inconsapevolmente colpevole di condividere gli stessi server con i pirati.

Ma gli agenti locali non si sono limitati all’area della città di Solna, spostandosi in seguito in quella di Ostersund . Qui sono stati effettuati altri raid, che hanno portato all’arresto di un uomo dopo che i rappresentanti locali dell’industria discografica avevano fornito il suo indirizzo agli stessi agenti.

L’uomo è stato così accusato di aver messo in condivisione circa 6mila brani utilizzando la rete BitTorrent di Direct Connect . C’è chi ha quindi fatto notare come Direct Connect sia più impenetrabile di altri tracker , ma allo stesso tempo più rischioso perché incentiva i suoi utenti a condividere interi cataloghi di musica.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 set 2010
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