Telefonini? L'armonia della comunicazione

Telefonini? L'armonia della comunicazione

Un professore di Budapest non ha dubbi: grazie al wireless l'essere umano riscopre ed espande le proprie relazioni. Nessuna controindicazione
Un professore di Budapest non ha dubbi: grazie al wireless l'essere umano riscopre ed espande le proprie relazioni. Nessuna controindicazione

Budapest – Le novità spaventano e nonostante siano passati ormai molti anni dall’introduzione del telefono cellulare, il dibattito sulla sua effettiva utilità e sui rischi che potrebbe comportare il suo uso nello sviluppo della persona è ancora apertissimo. A difendere il telefonino è stato nelle scorse ore Kristof Nyiri, luminare di Filosofia presso la prestigiosa Università di Budapest.

Secondo Nyiri il telefonino non può essere in alcun modo considerato una barriera perché “nonostante i timori che sia il contrario, la telefonia mobile non è un ambiente artificiale o alienante quanto invece un ritorno all’ambiente di comunicazione naturale dell’uomo”.

Il professor Krystof Nyiri Il professore ungherese è stato il coordinatore di un importante studio sull’impatto delle comunicazioni nel 21esimo secolo e ritiene che quanto emerge è la relazione “estremamente personale” che l’individuo sviluppa sfruttando proprio il telefonino, secondo i dati che derivano sia dall’esperienza individuale che dalle statistiche. “Se guardiamo a coloro con i quali comunichiamo via email, via telefono mobile o SMS – ha spiegato il professore – questi sono chiaramente i nostri amati, i nostri amici o i nostri colleghi. La comunicazione digitale non sostituisce le relazioni tra gli uomini ma anzi ne aumenta l’ampiezza, rende le comunicazioni continue e armoniche”.

Secondo Nyiri di grande interesse è la sintesi a cui costringe la comunicazione “chat” o via SMS. “Ci insegna – ha detto – ad infilare molta informazione in pochi caratteri e in modo chiaro. La conclusione generale è che in un mondo dove la comunicazione vocale è un assunto, la parola scritta torna a reclamare il suo ruolo”. E al diavolo, evidentemente, i puristi della lingua.

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Pubblicato il
10 dic 2001
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