Androidi in grado di comprendere empaticamente il proprio partner in carne e ossa e ricambiare i suoi sentimenti. David Levy , ricercatore olandese che da tempo annuncia l’avvento del sesso tra robot ed esseri umani, torna sull’argomento e rilancia. Non sarà solo il Massachussetts a vedere realizzate le unioni tra “specie” di asimoviana memoria, ma l’intero pianeta dovrà prima o poi fare spazio a questa nuova forma di intimità .
Già autore di un intrigante
intitolato Love + sex with robots , dalla sua Maastricht Levy torna sull’argomento arricchendo un quadro già di per se molto suggestivo: “Quando i robot provano emozioni, sviluppano una personalità, la consapevolezza di sé – spiega l’accademico – ecco che diventano in grado di manifestare il proprio amore, nello stesso modo in cui un essere umano direbbe ti amo : lo diranno credendoci veramente”.
No, non si tratterà di pallidi surrogati di una emozione umana. No, i robot non saranno soltanto dei sex toy particolarmente in grado di soddisfare i pruriti tipici dei primati evoluti. Si tratterà di autentici individui dotati di corpo, cuore e anima, pressoché indistinguibili sul piano affettivo da un partner umano e pronti a riversare sul prossimo tonnellate d’affetto in cambio dello stesso trattamento.
Gli automi in grado di reagire in maniera adeguata agli stimoli su ipotetiche zone cyber-erogene non sono altro che un semplice esercizio di stile. Si vedranno in circolazione tra pochi anni, cinque o sei al massimo, ma non saranno di certo quelli la vera “incarnazione” del sesso e dell’amore tra uomo e robot. Per costruire un vero e autentico oggetto del desiderio, fisico e cerebrale, dell’uomo comune, occorrerà ben altro che qualche sensore ben posizionato e un sintetizzatore vocale in grado di replicare sensuali gemiti.
Costruire un robot umanoide in grado di sostituirsi al compagno di vita richiederà l’affinarsi di molte caratteristiche dell’ intelligenza artificiale , prima di tutto per quanto attiene alla sfera legata alla conversazione : “In una relazione amorosa ci sono molte cose importanti, e la più importante e complicata di tutte è il dialogo tra i partner” spiega Levy.
Gli scienziati risolveranno presto, molto presto il problema della somiglianza fisica tra androidi e umani. Poi, però, dovranno darsi da fare per tirare fuori emozioni, personalità e soprattutto veri sentimenti consapevoli dai robot e dalle loro AI. E a quel punto l’affetto tra robot e proprietari non sarà più a senso unico : a quel punto le chiacchiere e gli scherzi tra amanti di “materiale” diverso non saranno più soltanto una possibilità, diverranno una certezza.
Luca Annunziata