TIA non c'è ma ti guarda

TIA non c'è ma ti guarda

Non si chiama più così, chi se ne occupava non ne sa nulla. Ma un'indagine accerta che il Governo americano sta assemblando centinaia di database incrociati con dati pubblici, privati e commerciali. Per la sicurezza, naturalmente
Non si chiama più così, chi se ne occupava non ne sa nulla. Ma un'indagine accerta che il Governo americano sta assemblando centinaia di database incrociati con dati pubblici, privati e commerciali. Per la sicurezza, naturalmente


Washington (USA) – Il Congresso può anche aver deciso di non finanziarlo ma il temuto e pericoloso programma Total Information Awareness (TIA) della Difesa americana non è stato per questo affondato. Il progetto, che punta a mettere insieme la massima quantità di dati provenienti da database pubblici e privati in un’ottica di prevenzione anti-terroristica, continua a respirare. Ad accertare che la volontà dell’assemblea americana viene aggirata è una indagine del braccio investigativo del Congresso, il GAO , che sta comprensibilmente suscitando enorme attenzione.

Il GAO si è mosso sulle numerose segnalazioni che già nei mesi scorsi avevano fatto gridare allo scandalo in quanto progetti compresi formalmente nel TIA continuavano ad essere portati avanti. Un quadro che l’indagine ora non solo conferma, ma rende anche più inquietante.

Stando all’inchiesta svolta dal GAO, le agenzie federali oggi sono impegnate in più di 120 programmi di raccolta-dati , strumenti diversi che raccolgono con finalità diverse informazioni da database di qualsiasi natura. Lo scopo ufficiale, ma la Difesa USA si è per ora chiusa in un assoluto mutismo, è quello di prevenire azioni terroristiche sfruttando le nuove e potenti tecnologie di data mining.

Il GAO ha poi scoperto che 52 agenzie federali effettuano una raccolta sistematica dei dati che vengono inseriti in numerosi database informatici. Sono queste strutture, tutte legate all’amministrazione americana, che hanno in piedi qualcosa come 199 progetti di data mining , una parte dei quali, 68, sono al momento in fase di lancio.

Ma quali sono i dati raccolti e utilizzati nella creazione di questi nuovi mondi di intelligence che vengono costruiti sui sistemi informativi della Difesa? Secondo il GAO è compreso tutto: si va dagli indirizzi email ai nomi e cognomi, dai numeri di Social Security alle targhe delle automobili, dallo stato civile alla carriera militare, alle multe per il traffico e via dicendo. Di questo insieme di progetti, sono più di 50 quelli che sfruttano dati provenienti direttamente dai database commerciali , informazioni che comprendono, ad esempio, il dettaglio delle spese su carta di credito.

Secondo il rapporto, che è stato presentato ufficialmente proprio in queste ore, lo scopo di molti di questi progetti ricorda fantascienza alla Minority Report : è infatti quello di prevedere il comportamento degli individui. Ma non solo il loro, anche quello delle aziende. Basti pensare che un progetto dell’Agenzia tributaria nazionale, infatti, investiga sulle chance che certe imprese e corporation possano ricorrere a strumenti fiscali non del tutto leciti per accantonare fondi neri da spendere in progetti che possono costituire un pericolo per la sicurezza nazionale.

Il rapporto del GAO, che arriva a pochi giorni di distanza dall’annuncio del progettone per il database biometrico e finanziario sugli stranieri che accedono agli USA, illustra per la prima volta in modo così dettagliato a quale punto si è spinto il data mining governativo. Ma va considerato, e questo è ciò che ulteriormente preoccupa i sostenitori delle libertà civili, che il GAO non ha potuto inserirvi informazioni relative ai progetti classificati , la maggior parte dei quali sono protetti dal segreto di Stato.

Un grosso nome tra gli esperti di tecnologia e privacy, Peter Swire, che non solo è docente di legge dell’Università dell’Ohio ma ha anche svolto un importante ruolo di consulenza sotto Clinton, ha descritto il rapporto GAO interpretando un umore diffuso tra gli osservatori. “Ritengo – ha affermato – che il Total Information Awareness stia andando avanti con altre denominazioni , e gli attuali progetti della Difesa lo dimostrano”. Si ritiene che proprio il Dipartimento della Difesa sia tra le agenzie più impegnate nel gestire progetti di questo tipo. Ve ne sarebbero 47 dedicati, tra le altre cose, a seguire le tracce di tutti gli addetti e dei militari della Marina per controllarne a tappeto gli spostamenti e le azioni.
“Mi turba – ha dichiarato il senatore democratico Daniel K. Akaka che aveva promosso l’indagine del GAO – l’alto numero di attività di data mining condotte dal governo federale e che riguardano informazioni personali. Il Governo raccoglie e utilizza i dati personali degli americani e li condivide tra agenzie ad un livello sorprendente, sollevando importanti preoccupazioni per la privacy”.

Le prime contromosse ipotizzate dagli esperti del Congresso si rifanno al diritto pubblico: per operazioni di data mining che riguardino dati associabili ad un certo individuo deve occorrere un mandato della magistratura , sempreché l’indagine riguardi cittadini americani . Inoltre si intende richiedere alle strutture di intelligence l’utilizzo di dati anonimi fin dove possibile e in ogni caso di utilizzare per le proprie attività il minor numero di informazioni possibili.

In definitiva il rapporto del GAO ritiene che il data mining sia utile ma che possa essere condotto soltanto all’interno di precise linee guida che ne regolino il funzionamento e l’operatività e che offrano maggiori garanzie ai cittadini americani.

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Pubblicato il
28 mag 2004
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