TIM: no delle associazioni dei consumatori agli aumenti

TIM: no delle associazioni dei consumatori agli aumenti

Cinque associazioni dei consumatori chiedono l'intervento delle autorità per bloccare l'adeguamento tariffario in base all'inflazione previsto da TIM.
TIM: no delle associazioni dei consumatori agli aumenti
Cinque associazioni dei consumatori chiedono l'intervento delle autorità per bloccare l'adeguamento tariffario in base all'inflazione previsto da TIM.

TIM ha comunicato lo scorso 20 luglio l’ennesimo adeguamento annuale dei prezzi in base all’inflazione. Il nuovo canone mensile verrà applicato a partire dal 1 aprile 2024. L’aumento si aggiunge a quelli previsti dalle tradizionali rimodulazioni. Cinque associazioni dei consumatori hanno chiesto alle autorità competenti di bloccare questa indicizzazione tariffaria.

Aumenti legati all’inflazione: proteste dei consumatori

L’intenzione di modificare le tariffe in base all’inflazione era stata comunicata da TIM e Wind Tre a fine novembre 2022. Mentre Wind Tre prevede un adeguamento minimo del 5%, TIM ha stabilito un aumento pari alla somma dell’IPCA (indici dei prezzi al consumo) e del coefficiente fisso del 3,5% fino ad un massimo del 10%.

Questo meccanismo, consentito anche dai legislatori europei, funziona solo al rialzo, quindi non è prevista una diminuzione del canone mensile in caso di inflazione negativa o inferiore, come sottolineano Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon. Inoltre non viene richiesto un consenso esplicito ai consumatori (che possono solo esercitare il diritto di recesso senza penali entro il 30 settembre 2023).

Secondo le cinque associazioni, le modifiche annunciate da TIM sono in contrasto con quanto stabilito dal nuovo regolamento, per il quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha avviato una consultazione pubblica. Al comma 1 dell’articolo 8-quater è scritto chiaramente che, per i contratti che non prevedono l’adeguamento in base all’inflazione, l’operatore deve ottenere un esplicito consenso scritto dal consumatore. Senza consenso, l’adeguamento non è possibile.

Al comma 3 è scritto invece che, per i contratti che non prevedono l’adeguamento in base all’inflazione, l’operatore deve applicare anche gli adeguamenti al ribasso, se diminuisce l’indice dei prezzi al consumo. È inoltre vietata l’applicazione di un coefficiente fisso. Infine, se l’aumento è superiore al 5%, i consumatori possono chiedere il passaggio ad un’offerta che non prevede l’adeguamento (se esiste, ndr).

Le associazioni chiedono l’intervento delle autorità per annullare o sospendere le modifiche da parte di TIM:

Facciamo appello ad AGCOM, AGCM, MIMIT e TIM stessa affinché questa operazione sia annullata o sospesa urgentemente. Ci auguriamo una risposta celere e che si stabilisca un nuovo clima di collaborazione istituzionale, che metta al primo posto un principio cardine: il conto non deve essere sostenuto dai soli consumatori tartassati, è giusto che i loro diritti siano sempre rispettati e continuamente rafforzati.

Fonte: Adiconsum
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Pubblicato il
2 ago 2023
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