Percorrere una strada sterrata senza la minima idea di dove si stia andando. Oppure deviare per accorciare, trovandosi improvvisamente in una strada di montagna, buia e piena di tornanti, mentre fuori si addensa la nebbia. Una esperienza che può accadere a chi fa affidamento sui navigatori GPS per orientarsi in un posto nuovo: un’abitudine sempre più comune, visto il diffondersi di questo tipo di soluzioni, ma che può causare qualche problema alla campagna britannica.
“Chiediamo di essere tolti dalle mappe, punto e basta” protesta Geoff Coombs, sindaco di Barrow Gurney: un paesino che ogni giorno vede il passaggio di 15mila veicoli , molti dei quali grossi TIR, perché giudicato dal navigatore satellitare come un ottimo itinerario alternativo per l’aeroporto di Bristol. Ma le anguste strade del suo paese, come quelle di molti altri, non sono adatte a far passare giganti da decine di tonnellate: specchietti divelti, danni alle auto e persino alle case sono ormai all’ordine del giorno.
Un problema apparentemente senza soluzione : i navigatori attuali si basano sulle informazioni stradali ottenute dalle mappe, e queste ultime non sempre distinguono tra una strada larga un metro e una larga il triplo.
Per ora, i cittadini di Barrow Gurney provano ad arrangiarsi con dei cartelli che suggeriscono di ignorare il GPS : un’alternativa impraticabile per gli autisti che vengono da oltremanica, che seguendo ciecamente le indicazioni del navigatore finiscono prima o poi per incastrarsi da qualche parte. ( L.A. )