TPB, libero il poliziotto amico delle major

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Indagava su The Pirate Bay mentre intratteneva relazioni lavorative con Warner. I bucanieri lo hanno denunciato, il procuratore svedese ha annunciato che non indagherà
Indagava su The Pirate Bay mentre intratteneva relazioni lavorative con Warner. I bucanieri lo hanno denunciato, il procuratore svedese ha annunciato che non indagherà

Schiverà le denunce scagliate da The Pirate Bay, non dovrà comparire in tribunale il poliziotto che intratteneva legami con Warner proprio nel momento in cui la Baia era assaltata da sequestri e indagini .

Ad annunciarlo con astio è brokep , al secolo Peter Sunde, amministratore della Baia: una lettera del procuratore lo informa che le denunce della Baia non hanno alcun fondamento in quanto Jim Keyzer, l’esperto in computer forensics incaricato di indagare sulle attività del tracker, non aveva alcuna relazione con il colosso dell’intrattenimento nel momento in cui era impegnato nella propria attività in seno alle forze dell’ordine.

Le autorità non credono che si sia verificato alcun crimine, hanno stabilito che non sarà avviata alcuna indagine . Brokep è affranto: nei mesi scorsi Keyzer si era lasciato sfuggire , attraverso il proprio profilo di Facebook, che aveva delle relazioni con Warner, uno dei protagonisti dell’accusa nella vicenda giudiziaria scagliata contro The Pirate Bay. I bucanieri della Baia si erano infervorati, il conflitto di interessi appariva nitido, Keyzer avrebbe dovuto affrontare il tribunale: “Questa è pura, classica corruzione – aveva inveito Rickard Falkvinge, a capo del Partito Pirata svedese – ora la lobby del copyright sta mostrando il suo vero volto”.

Ma il procuratore ha respinto la richiesta di Sunde, non ha ritenuto opportuno coinvolgere Keyzer e avviare un’ulteriore procedimento che sarebbe potuto sfociare in una revisione delle indagini a carico di The Pirate Bay. Nonostante Warner abbia ammesso di aver reclutato l’agente, il procuratore, racconta brokep , ha comunicato che “non ci sia ragione di credere che un membro delle forze dell’ordine abbia commesso un reato”.

I netizen sono in subbuglio , pretendono chiarezza, reclamano una giustizia uguale per tutti. Sunde farà di tutto per ottenerla: ha annunciato che ricorrerà in appello.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 10 lug 2008
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