Tre anni di carcere per un virus?

Tre anni di carcere per un virus?

Questa la richiesta dell'accusa contro Jeffrey Lee Parson, che ha ammesso di aver realizzato Blaster.B e di averlo immesso in rete
Questa la richiesta dell'accusa contro Jeffrey Lee Parson, che ha ammesso di aver realizzato Blaster.B e di averlo immesso in rete


Roma – La sentenza arriverà entro poche ore e l’accusa ha chiesto che il giovane autore di una delle varianti del celebre worm Blaster finisca dietro le sbarre e produca un maxi-risarcimento per i danni causati da quel codice malevolo.

Il 19enne Jeffrey Lee Parson, che si considera un ragazzo normale del quale i genitori non hanno una grande opinione, era stato arrestato dall’FBI nel settembre del 2003. Ha ammesso di aver realizzato una delle numerose varianti di Blaster , tra i più prolifici e dannosi worm della storia recente, e di averla immessa in rete.

I procuratori che agiscono per conto di alcune società danneggiate e di Microsoft, hanno chiesto un risarcimento record di 626mila dollari e hanno proposto al tribunale di condannare Parson a 37 mesi di carcere. Qualora le richieste dell’accusa vengano accolte, il grosso del risarcimento andrà a Microsoft e il resto sarà diviso tra le altre imprese che si sono costituite contro il giovane virus writer.

Stando all’accusa, la variante del worm da lui realizzata, Blaster.B, ha colpito almeno 48mila computer sui quali giravano sistemi operativi Windows non aggiornati con le patch realizzate da Microsoft. Il danno totale è stato calcolato in 1,2 milioni di dollari, una cifra che tiene conto del tempo di fermo-macchina a cui il worm ha costretto le imprese e delle risorse impiegate per ripulire e rendere nuovamente operativi i sistemi colpiti.

I legali di Parson si oppongono alle richieste dell’accusa sostenendo che sono troppo pesanti. Chiedono una sentenza più mite, che contempli un massimo di sei mesi di carcere, a cui potrebbero seguire altri sei mesi in un centro di assistenza specializzato. Per altri sei mesi, inoltre, Parson dovrebbe rimanere agli arresti domiciliari e, concluso questo periodo, trascorrere tre anni di libertà vigilata. Una pena forse sufficiente per riflettere su quella che agli occhi di molti è stata una stupida bravata.

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Pubblicato il
28 gen 2005
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