Tre italiani su quattro non si connettono

Tre italiani su quattro non si connettono

Lo afferma il Censis che nel suo Rapporto Annuale 2004 parla di un digital divide che l'Italia non riesce a superare. L'uso di Internet, ma anche dei cellulari, è assai limitato. Ecco i numeri
Lo afferma il Censis che nel suo Rapporto Annuale 2004 parla di un digital divide che l'Italia non riesce a superare. L'uso di Internet, ma anche dei cellulari, è assai limitato. Ecco i numeri


Roma – Internet è ben presente in Italia in molte diverse forme ma sono davvero numerosi gli italiani che non usano la grande rete, molto più di quanto talune dichiarazioni trionfalistiche talvolta farebbero supporre. In particolare secondo il Rapporto Annuale 2004 presentato dal Censis , quasi tre italiani su quattro semplicemente non si connettono ad Internet .

Quando gli si chiede perché non si collegano, spiega il Censis, il 74 per cento risponde che non lo fa perché non sa utilizzare il computer .

Ma non è soltanto la scarsa alfabetizzazione informatica a frenare la diffusione della rete in Italia e a consolidare quel digital divide che talvolta viene dato come superato ma che, secondo il Censis, “non si sposta più di tanto”. Problemi sono infatti riscontrati anche nella modalità di connessione : il 72,6% degli utenti adopera le linee telefoniche normali, il 70,7% lo fa da casa e solo il 35,4% dice di connettersi dal luogo di lavoro o di studio.

“Se si considera quello che poi effettivamente fanno gli italiani con internet – continua il Censis – l’impressione è di un certo sottoimpiego del mezzo : il 60,6% scarica la posta, il 34% utilizza motori di ricerca, il 33% si aggiorna sulle ultime notizie, per il resto, almeno per ora, si fa poco altro”.

Di interesse notare che anche l’uso del cellulare, strumento pervasivo nella sua diffusione tra gli italiani, è assai limitato rispetto alle potenzialità del mezzo .

Secondo il Censis, infatti, “nonostante le funzioni offerte dai cellulari siano aumentate notevolmente, l’impressione è che molti non si rendono neanche conto di quello che potrebbero fare con il proprio apparecchio”. I numeri dicono che il 69,1% degli italiani lo usa per telefonare e scambiarsi SMS mentre tutti gli altri impieghi sono del tutto marginali: solo il 6,4% ci gioca (il 27,5% fra i 14-17enni), solo il 6,2% invia e riceve mms (10% fra i 14-17enni), solo il 2,5% ascolta della musica, ecc.

In questo caso, però, il problema non sembra risiedere nella scarsa conoscenza del mezzo. Il 61 per cento degli utenti, infatti, dichiara di non sentire il bisogno dei servizi aggiuntivi e un altro 22 per cento si dice dissuaso dagli alti costi .

Interessanti anche i dati del Censis su televisione ed altri media. Di seguito tutti i dati.


Secondo il Censis il pubblico televisivo sta maturando. Al grande frullatore delle reti, delle fasce e delle nicchie che spezzettano il corpus televisivo dell’ascolto, va affiancandosi un atteggiamento lucido e più maturo da parte degli utenti dei media. Un atteggiamento che non sembra promuovere la programmazione televisiva.

Il 70% accende la Tv per un motivo preciso e il 42% la spegne se non vi trova nulla che gli piace (52,9% tra diplomati e laureati), il 40,3% segue un programma se tratta di argomenti che interessano; il 64% dopo aver acceso la Tv si mette comodo a guardarla e solo il 25% la usa come sottofondo se non gli piacciono particolarmente le cose che trasmette; il 35% considera volgare la Tv fatta con le persone che si insultano; il 26% è soddisfatto se ha capito qualcosa di un evento che lo interessa; il 15% ha l’impressione che in fondo sia tutto finto.

La televisione, al di là del semplice dato quantitativo degli ascolti – spiega il Censis – si presenta come una specie di “bene rifugio” dell’attenzione mediatica del paese, un po’ come avviene per il mercato immobiliare nelle scelte finanziarie delle famiglie. Chi pensa però che la platea televisiva sia formata essenzialmente da casalinghe e pensionati dovrà ricredersi.

Il 93,4% dei diplomati di scuola superiore e il 91% dei laureati vede la tv almeno tre volte la settimana, mentre l’80,4% degli adulti (30-44 anni) la vede tutti i giorni. Gli spettatori meno assidui sono i giovani (18-29 anni) con il 73,3%. Se si valuta la concentrazione del pubblico nelle varie fasce orarie della giornata, si osserva che per il pubblico più anziano, meno istruito, a prevalenza femminile, il contatto è diluito nell’arco dell’intera giornata, raggiungendo il massimo intorno all’ora di cena, per scendere poi rapidamente (tra le 23 e le 24, infatti, solo il 4,2% degli over 65 è ancora davanti al televisore, contro una media del 14,7% dell’intera popolazione). Anche i più giovani (tra i 14 e i 17 anni) distribuiscono di più l’ascolto nel corso della giornata, con un picco del 34,5% tra le 14 e le 17, ma con un significativo 13,1% anche tra le 23 e le 24.

Considerata ormai la TV quasi come un’abitudine quotidiana, il 31,5% degli italiani si informa tutti i giorni sui fatti dell’attualità attraverso i telegiornali. Solo il 5,1% non li vede mai e sono in particolare i giovani che non li seguono nel 13,9% dei casi e le persone meno istruite (6,9%). Il 26,5% afferma di vedere più di un tg, mentre il 40,8% degli anziani, i più abitudinari, vedono sempre lo stesso tg; i giovani invece sono i più selettivi e preferiscono vedere la scaletta del tg prima di decidere se seguirlo o meno (30,6%). I programmi di approfondimento giornalistico, invece, vengono seguiti soprattutto quando il tema trattato è considerato importante (61%), e solo il 14,1% non perde mai una puntata.

La soddisfazione mattutina di leggere il giornale. Per la stampa quotidiana il problema più pressante resta quello di ampliare la sfera dei lettori. Ma per chi i quotidiani li legge, i motivi di soddisfazione non mancano: i primi due motivi di soddisfazione sono la possibilità di capire gli eventi a cui si è interessati (33%) e la possibilità di conoscere rapidamente l’essenziale sui fatti più importanti della giornata (29,2%). Inoltre è motivo di soddisfazione anche l’aver trovato notizie che non c’erano nei telegiornali (25%), e il poter leggere commenti ed editoriali interessanti (16,5%).

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Pubblicato il
6 dic 2004
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