Truffe sulle attivazioni telefoniche

Truffe sulle attivazioni telefoniche

Il Garante per la privacy annuncia di aver denunciato una catena di rivenditori di servizi telefonici: vendevano una scheda ad un cliente e poi usavano i suoi dati per attivarne abusivamente altre tre o quattro
Il Garante per la privacy annuncia di aver denunciato una catena di rivenditori di servizi telefonici: vendevano una scheda ad un cliente e poi usavano i suoi dati per attivarne abusivamente altre tre o quattro


Roma – Il meccanismo era semplice e funzionale: il cliente acquistava una scheda per il proprio cellulare o telefono, lasciava tutti i suoi dati e con quei dati l’esercente creava altre tre o quattro utenze, in modo da ingigantire i propri dati di vendita e intascarsi i premi previsti dall’operatore mobile con cui aveva una convenzione.

Questo lo schema truffaldino individuato dal Garante per la privacy che, dopo una approfondita indagine, ha deciso di denunciare all’autorità giudiziaria una catena di rivenditori che sfornava “numeri gonfiati”, intascava i bonus degli operatori e utilizzava illegalmente i dati personali dei propri clienti.

I punti vendita sotto accusa si trovano nell’Italia centrale ed erano tutti convenzionati con uno dei principali gestori di telecomunicazione. “L’attività di accertamento – si legge sulla newsletter dell’ufficio del Garante – è partita dalla segnalazione di una persona che, dopo aver acquistato una scheda telefonica ricaricabile presso uno degli esercizi della società sito a Roma, era venuta casualmente a conoscenza di essere a sua insaputa intestataria anche di altre 6 utenze che risultavano attivate a suo nome, da parte del medesimo esercizio”.

Le prime ispezioni del Garante si erano quindi focalizzate sulle modalità e le finalità del trattamento dei dati personali forniti dai clienti. Dalle ispezioni, effettuate in collaborazione con la Guardia di Finanza, e dai riscontri incrociati con i dati in possesso della società telefonica, “è emerso che, in un solo breve periodo esaminato, presso i punti vendita della società erano state effettuate – con le stesse modalità di quelle citate nella segnalazione al Garante – quasi 800 attivazioni di schede telefoniche ricaricabili nei confronti di circa 200 persone”.

In questo modo la società a cui fanno capo i punti vendita otteneva dall’operatore di telefonia il “bonus” per l’alto numero di schede vendute, lucrando illegalmente premi per circa 40mila euro.

“Il controllo svolto per appurare se i titolari di tali carte telefoniche fossero a conoscenza delle attivazioni effettuate a loro nome – spiega il Garante – ha messo in luce che le persone interessate avevano spesso acquistato una prima scheda telefonica presso uno degli esercizi della società, ed erano del tutto ignare di essere intestatarie di altre schede, utilizzabili in vari modi, anche illeciti. I dati personali erano stati usati senza il consenso espresso degli interessati e quindi in maniera illegittima”.

Va detto che, stando al Garante, l’operatore di telefonia, per evitare future irregolarità, ha ora introdotto incentivi per i negozianti che non sono più basati solo sul numero di nuove attivazioni ma anche sul valore del traffico telefonico generato dalle schede attivate.

“Il trattamento illecito di dati, effettuato per trarne profitto per sé o per altri – conclude la nota del Garante – è punito dalla legge con la reclusione fino a due anni, salvo che il fatto non costituisca più grave reato”.

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Pubblicato il 3 lug 2003
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