Tunisia, dove si torturano gli utenti

Tunisia, dove si torturano gli utenti

Così viene definita da Reporters sans frontières: confermate le condanne di otto utenti accusati di terrorismo via internet. Tunisi ospiterà il Summit ONU sulla Società dell'Informazione
Così viene definita da Reporters sans frontières: confermate le condanne di otto utenti accusati di terrorismo via internet. Tunisi ospiterà il Summit ONU sulla Società dell'Informazione


Roma – Nuove pesanti polemiche contro il governo di Tunisi ed ancora una volta al centro il problema delle libertà individuali nell’era dell’informazione. All’attacco è tornata Reporters sans frontières che ha riportato la notizia della condanna confermata ad otto utenti internet tunisini accusati di terrorismo.

Stando all’organizzazione internazionale dei giornalisti, la Corte di Cassazione tunisina nei giorni scorsi ha confermato la sentenza, che prevede sanzioni carcerarie tra i 13 e i 26 anni, contro gli otto utenti della città di Zarzis. Sono tutti accusati di aver promosso il terrorismo, una condanna dovuta, spiega RSF, “alle confessioni ottenute sotto tortura e ad alcuni file scaricati”.

In particolare, la Corte non avrebbe prestato alcuna attenzione alle proteste dei legali degli imputati per le torture ricevute in prigione. Né avrebbe verificato una delle tesi principali dell’accusa, sostenute portando in tribunale stampate di pagine web che sarebbero state visitate dagli imputati stessi. Ma di queste visite non sembra esserci alcuna prova.

“Gli utenti internet di Zarzis – spiega RSF – che sono quasi tutti ventenni, sono detenuti in celle sovraffollate e costretti a dormire sul pavimento. Alcuni di loro hanno preso la scabbia ed altre patologie. Un rapporto di ALTT (la lega tunisina che si batte contro la tortura di regime,ndr.) sostiene che sono stati torturati per dieci giorni dopo l’arresto nel febbraio del 2003. Sono stati sospesi alle caviglie per ore e poi percossi. Alcuni di loro sono stati colpiti sulle piante dei piedi, una tortura nota come falaqua “.

La Tunisia, dunque, sembra confermarsi il paese della repressione , un’attività continua di monitoraggio e di compressione dei diritti civili che certo cozza con la decisione dell’ONU di tenere proprio a Tunisi il secondo round del WSIS , l’importante summit internazionale sulla società dell’informazione .

Come noto la Tunisia è anche uno dei paesi con cui l’Italia ha avviato una cooperazione tecnologica per l’esportazione delle piattaforme e delle procedure di e-government.

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Pubblicato il
16 dic 2004
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