Turchia verso la censura cyber

Turchia verso la censura cyber

Siamo ancora alla bozza, ma il quadro che emerge dalla proposta del governo mette in discussione la libertà della rete in Turchia. Si seguono le tracce di altri grandi censori, Cina in testa
Siamo ancora alla bozza, ma il quadro che emerge dalla proposta del governo mette in discussione la libertà della rete in Turchia. Si seguono le tracce di altri grandi censori, Cina in testa


Ankara (Turchia) – L’idea non è quella di fare come in Arabia Saudita, dove tutte le comunicazioni internet passano attraverso un serverone governativo, l’idea è ancora più “subdola”, ovvero obbligare tutti gli operatori internet a trasmettere ad un comitato governativo qualsiasi bit riversato online dagli utenti della rete.

Follie? Eppure, a sentire un quotidiano locale (ma la conferma arriverebbe anche dall’ambasciata francese ad Ankara), una bozza di regolamentazione governativa della rete in Turchia redatta di recente rischia di allontanare sempre di più il paese euroasiatico dall’Unione Europea. “Qui – avrebbe detto l’ambasciatore francese – pare che il controllo sia ritenuto più importante della libertà di comunicazione”.

Sì, perché l’idea sulla quale stanno lavorando alcuni ministeri turchi e i servizi segreti del paese è quella di creare una speciale Commissione di controllo presieduta nientemeno che dal premier. Compito della commissione, attraverso un apparato tecnologico specializzato, sarebbe quello di rintracciare i terroristi che secondo le autorità si servono della rete per organizzarsi. Per Ankara, terroristi sono i vari movimenti secessionisti dei popoli curdi e l’estremismo islamico. Va ricordato, a questo proposito, che già oggi i giornalisti locali che si permettono di riprendere dichiarazioni o comunicati di organizzazioni fuorilegge come il PKK vengono perseguiti dalla severa giustizia turca e talvolta finiscono in carcere. Sorti amare sono toccate anche nel recente passato a testate desiderose di fare informazione. “Troppa”, secondo la legge turca.

Preoccupanti le dichiarazioni del ministro delle difesa turca secondo cui “la protezione dell’informazione che circola è essenziale, perché occorre difendersi da chi ha intenzioni malvage e dalle attività terroristiche”. Il tutto sarebbe condensato in una proposta di legge, ancora in definzione, che porta il titolo: “Legge per l’organizzazione della sicurezza sull’informazione nazionale e doveri collegati”.

Nella proposta si fa specifico riferimento all’obbligo per i provider di prendere qualsiasi misura verrà richiesta “a qualsiasi livello di segretezza”. Un modo involuto, ha scritto un quotidiano locale, per dire che anche la posta elettronica privata potrà finire al vaglio dei sistemi di rilevazione governativi. “Chi non adempirà agli obblighi, si legge nel testo, sarà punito col carcere, da uno a cinque anni”.

A tutt’oggi si stima che in Turchia vi siano 800mila utenti internet.

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Pubblicato il
18 apr 2000
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