Tutti a cena da George Orwell

Tutti a cena da George Orwell

Un ristorante e un esperimento che durerà 10 anni, per capire perché le persone mangiano come mangiano, e come si relazionano con l'ambiente in cui mangiano. Privacy? Quella è per i fissati
Un ristorante e un esperimento che durerà 10 anni, per capire perché le persone mangiano come mangiano, e come si relazionano con l'ambiente in cui mangiano. Privacy? Quella è per i fissati

Lo chiamano il Ristorante del Futuro , ma l’apparenza è quella di un normale e spazioso luogo di ristoro universitario in cui fermarsi a conversare e rifocillarsi prima del corso del mattino. L’hi-tech è sicuramente una prerogativa del posto, ma si ritrova camuffato sotto le sembianze di telecamere nascoste e stanze inaccessibili da cui si tiene sotto controllo qualunque cosa succeda tra i tavoli. Ogni boccone, ogni sorso di succo alla pesca viene diligentemente registrato, annotato e osservato dai ricercatori nascosti dietro paraventi invisibili, il tutto ovviamente per il bene della scienza , dei ristoratori e, buon ultima, la salute delle sempre più obese società occidentali.

A ospitare il ristorante con tele-controllo obbligatorio è la Wageningen University in Olanda, istituto di ricerca dalla storia centenaria e che ha per motto la scritta “For quality of life”. Ed è proprio per migliorare la qualità di vita delle persone che si condurrà la ricerca nel Ristorante del Futuro, che per le particolari tematiche che dovrà affrontare avrà una durata ben diversa da un normale esperimento da laboratorio: per 10 anni, studenti e professori dell’università verranno monitorati attraverso 23 telecamere nascoste da un team di oltre 20 scienziati , inclusi psicologi e psichiatri, durante la colazione.

E non saranno solo le cam a tenere sotto controllo gli avventori: le sedie misureranno il battito cardiaco e come esso cambia dopo il primo boccone, software di riconoscimento facciale registreranno i sorrisi o le espressioni di disgusto sul volto mentre un sensore integrato nel pavimento misurerà il peso delle “cavie” prima e dopo il pasto.

Tutta questa messe di lavoro servirà a “provare a capire quali siano i fattori che influenzano le abitudini di mangiare e bere”, secondo quanto sostiene il manager del progetto e professore di economia all’ateneo Wageningen Rene Koster. “Molte delle nostre decisioni vengono dirette dal subconscio” continua Koster, e studi precedenti hanno dimostrato che tale comportamento automatico è una condizione normale per la stragrande maggioranza delle persone quando si prendono in considerazione le abitudini a tavola.

Fattori come il senso di sazietà, o la consistenza del sapore di una particolare miscela di caffè, secondo i ricercatori sono influenzate dalla proporzione tra il recipiente e il cibo in esso contenuto – per cui a quantità di cibo e dimensione del recipiente inferiori il soggetto si considera sazio lo stesso se il recipiente è comunque pieno. Oltre al cibo ingollato dagli avventori, nel ristorante-esperimento verranno osservate anche le reazioni delle persone ai cambiamenti ambientali indotti dai ricercatori , come il colore delle luci della sala o i suoni e gli odori diffusi nell’ambiente.

L’ambizioso progetto del Ristorante del Futuro è stato finanziato con la cifra di 4 milioni di dollari provenienti dalla stessa università, dalla multinazionale francese dei servizi di ristoro Sodexho , da un produttore di utensili da cucina e dalla società che ha realizzato il sistema di monitoraggio impiegato.

Ma le opportunità di collezionare e analizzare una messe enorme di dati sulle abitudini alimentari in un contesto “reale” e non nel chiuso di un laboratorio fa gola a molti , ed è già salita a 35 la conta di gruppi e società esterne che hanno chiesto di poter partecipare, dietro il pagamento di una somma non precisata, al controllo delle colazioni che si svolgeranno tra i tavoli del ristorante nei prossimi 10 anni. I ricercatori, a tal proposito, ci tengono a precisare che i contributi monetari esterni sono benvenuti, ma non accetteranno nessuna proposta di collaborazione che possa andare contro gli obiettivi primari dell’esperimento.

E se l’idea di essere monitorato in ogni singolo gesto o reazione fisiologica potrebbe spaventare qualcuno, molti degli studenti e professori che hanno già firmato l’apposito modulo di autorizzazione necessario per partecipare al test si sono detti assolutamente a proprio agio con l’idea , anche se con qualche prudente distinguo: se la ricercatrice Ilse Polet sostiene di aver visto più telecamere di controllo in un café il sabato sera che non nel Ristorante del Futuro, lo scienziato Bert Meurs dice che il progetto è “una buona idea”, il cibo che vi si trova è migliore che in altri posti all’università ma non vuole ad ogni modo che le immagini dei suoi pasti mattutini vengano pubblicate nei telegiornali della sera.

O magari, come suggerisce il NY Times , questa accondiscendenza a stare sotto un riflettore implacabile è solo la conseguenza della abnorme diffusione di CCTV e sistemi di sorveglianza e controllo , elemento ormai imprescindibile del tessuto connettivo della società moderna.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 17 dic 2007
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