UE, direttiva contro il pedoporno

UE, direttiva contro il pedoporno

Gli stati avranno due anni per implementare le nuove misure che introducono il reato di adescamento online, inaspriscono le pene per gli abusi e danno nuove possibilità per quanto riguarda la rimozione di contenuti online
Gli stati avranno due anni per implementare le nuove misure che introducono il reato di adescamento online, inaspriscono le pene per gli abusi e danno nuove possibilità per quanto riguarda la rimozione di contenuti online

Il Consiglio dell’Unione europea ha varato una nuova direttiva per contrastare gli abusi sui minori e il loro sfruttamento , intitolata “Combattere l’abuso sessuale, lo sfruttamento sessuale di minori e la pornografia infantile”.

Già approvata lo scorso 27 ottobre dal Parlamento europeo praticamente all’unanimità (541 sì, 31 astenuti e solo due no), la nuova direttiva inasprisce le pene relative ai crimini legati all’abuso su minori e le relative aggravanti e introduce nuove categorie di reati tra cui, per quanto riguarda la normativa sulla Rete, l’ adescamento online .

Per quanto riguarda i contenuti pedopornografici online, la direttiva permette alle autorità giudiziarie di cancellare i siti Web incriminati se i server che li ospitano si trovano sul suolo europeo. In via alternativa, se il server si trova fisicamente in paesi esterni all’UE, le forze dell’ordine potranno (provare) a provvedere al blocco.

EuroISPA, associazione di Internet Service Provider europea, ha espresso soddisfazione : “Abbiamo sempre chiesto azioni più efficaci da adottare in modo da rimuovere i materiali illegali direttamente alla fonte” e “crediamo che l’adozione della direttiva rappresenti un passo avanti”.

In particolare gli ISP accolgono e supportano il riferimento all’istituzione di servizi che permettano agli utenti incappati per sbaglio in materiali pedopornografici online di denunciarli anonimamente .

In quanto direttiva la misura normativa non è direttamente applicabile , da quando sarà formalmente firmata il prossimo 14 dicembre a Strasburgo gli Stati membri avranno due anni di tempo per la sua implementazione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 16 nov 2011
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