Il fatto che il medico di famiglia abbia un computer non è una novità. Che si colleghi ad Internet non sorprende. Che nell’Unione Europea la metà dei medici generici disponga di una connettività a banda larga è confortante. Significa che l’utilizzo della rete comincia ad estendersi anche in questo campo, a beneficio di medici e pazienti.
Un sondaggio paneuropeo condotto dalla Commissione Europea sui servizi elettronici di assistenza sanitaria evidenzia che l’87% dei medici europei utilizza il computer e che il 48% di loro fruisce di un servizio Internet a banda larga. I medici generici italiani si trovano sostanzialmente allineati a questa media (l’86% usa il computer e il 49% ha una connessione broad band.
“L’Europa comincia a cogliere i frutti della connessione a banda larga nel settore della sanità elettronica. Mi congratulo per l’impegno dimostrato da medici e amministrazioni sanitarie a lavorare in modo più efficiente” ha affermato Viviane Reding, commissario per la Società dell’informazione e i Media. “Questa diagnosi – ha aggiunto – evidenzia peraltro che è giunto il momento di promuovere un più ampio uso di tali servizi elettronici, che possono recare benefici straordinari a tutti i pazienti, in ogni parte d’Europa”.
Il tasso di penetrazione della banda larga tra i medici di famiglia è più elevato in Danimarca (che tocca quota 91%), mentre è rasoterra in Romania (circa al 5%). Due valori fra loro diametralmente opposti e molto lontani dalla media europea. Il sondaggio ha rivolto uno sguardo anche alle applicazioni di telesorveglianza, che ad esempio possono permettere di seguire a distanza la cura di un paziente e il decorso di una malattia, e che vengono utilizzate solamente in Svezia, Paesi Bassi e Islanda, con pochi medici (meno del 10%) che si avvalgono di queste possibilità.