UK, la frontiera è biometrica

UK, la frontiera è biometrica

Il Governo di Tony Blair sceglie la via americana. Obbligatori i dati dei passeggeri in arrivo nel paese, impronte digitali e database più dinamici. Attivate anche le postazioni per la scansione dell'iride
Il Governo di Tony Blair sceglie la via americana. Obbligatori i dati dei passeggeri in arrivo nel paese, impronte digitali e database più dinamici. Attivate anche le postazioni per la scansione dell'iride


Londra – Washington chiama e Londra si adegua. Seguendo da vicino le scelte americane sulla sicurezza dei confini nazionali, anche il Governo britannico si è deciso al grande passo: definire gli e-borders , la cosiddetta frontiera elettronica per garantire maggiori controlli su chi arriva nel Regno Unito. La chiave di tutto sono le tecnologie biometriche associate a nuove procedure di gestione dei dati.

Il titolare degli Interni, Charles Clarke, ha sostenuto che le nuove misure si rendono necessarie nell’ambito degli sforzi dell’amministrazione Blair per garantire un più alto livello di sicurezza ai cittadini britannici e, allo stesso tempo, controllare i flussi migratori. Il primo passo, infatti, riguarda proprio l’immigrazione: entro il 2008, tutti coloro che arriveranno su territorio britannico da paesi nei quali è richiesto un visto dovranno sottoporsi alla rilevazione delle impronte digitali .

Il database delle impronte diventerà così parte integrante del progetto e-borders, che dallo scorso dicembre in via sperimentale è impegnato a registrare, classificare e conservare i dati degli immigranti che si spostano attraverso le principali stazioni portuali ed aeroportuali. Questo apparato impone alle compagnie aeree, ad esempio, di trasmettere alle autorità di frontiera tutti i dati disponibili sui propri passeggeri affinché, prima del loro arrivo, la polizia britannica sia in grado di condurre analisi e cross-check dei dati stessi. Sebbene sarebbe considerata una sorpresa con questo sistema riuscire a individuare un criminale o un terrorista, si ritiene che le nuove tecnologie e procedure possano fungere da deterrente o siano almeno capaci di ostacolare gli spostamenti di chi non è “gradito” alle autorità britanniche.

“Il database delle informazioni disponibili alle autorità di sicurezza – si legge in una nota dell’Home Office – e l’aumento progressivo dei dati biometrici archiviati renderà sempre più difficile agli individui nascondere la propria identità”.

La biometria è destinata ad avere un ruolo crescente nel sistema di “difesa elettronica” che l’amministrazione Blair sta introducendo. Proprio come già avviene negli Stati Uniti, dove è attivo l’apparato US-Visit , quasi integralmente basato sulle nuove tecnologie dell’informazione e sugli strumenti biometrici più avanzati, il sistema e-borders prevede che nei prossimi giorni, dalla fine di febbraio, in alcuni importanti aeroporti del paese siano piazzati i primi terminali per la scansione dell’iride . Una scelta intrapresa da tempo e solo apparentemente diversa da quella statunitense, che alle tecnologie per la scansione dell’iride ha fin qui preferito la registrazione dei volti.

Entro la fine dell’anno tutti gli aeroporti di Londra, Manchester e Birmingham si prevede saranno dotati di installazioni biometriche. I viaggiatori europei che lo richiederanno potranno anche sottoporsi alla scansione in modo da velocizzare il transito e i controlli in futuri passaggi attraverso le aerostazioni britanniche. Per questi passeggeri, infatti, saranno allestiti corridoi speciali atti a consentire un rapido transito.

Una maggiore sorveglianza sugli immigranti viene considerata essenziale dall’Home Office anche per differenziare le modalità di concessione dei permessi di soggiorno. Con il nuovo sistema, infatti, verranno ad esempio agevolati i lavoratori dell’ICT, i formatori tecnologici e altre professionalità altamente specializzate.

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Pubblicato il 9 feb 2005
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