Il governo britannico ha avviato la sperimentazione dello Smart Meter , un dispositivo che andrà a rimpiazzare gli attuali contatori del gas e della corrente elettrica nel tentativo di limitare gli sprechi e l’inquinamento derivati dalla fornitura dell’energia necessaria agli usi domestici.
Entro il 2020 il nuovo strumento, già diffuso in Europa e Nordamerica, dovrà essere installato in tutti gli edifici del Regno in modo da consentire ai fornitori di monitorare in tempo reale l’uso effettuato dai clienti , i quali a loro volta potranno disporre di un’interfaccia digitale che li aiuti a consumare in maniera consapevole . L’obiettivo principale sarebbe dunque quello di responsabilizzare gli utenti, mettendo direttamente davanti ai loro occhi i dati riguardanti l’utilizzo delle fonti di energia al fine di razionalizzarne la fruizione.
Questo contatore intelligente è dotato di uno schermo touchscreen attraverso il quale è possibile analizzare i consumi domestici, navigando lo storico degli stessi su base giornaliera, mensile e annuale. È dunque probabile che in una giornata invernale l’utilizzo dell’impianto di riscaldamento sia maggiore rispetto al periodo estivo quindi, secondo gli esperti, se gli utenti si rendessero veramente conto della propria spesa energetica arriverebbero a consumare il 15 per cento in meno rispetto ad oggi.
Il 2020 è anche la data designata dalle autorità britanniche per ridurre del 34 per cento l’emissione di gas serra: un traguardo ambizioso che fa coppia con un rapporto stilato a Downing Street, in cui si afferma che l’introduzione di simili tecnologie ridurrà l’emissione di anidride carbonica di circa due milioni di tonnellate l’anno.
Il provvedimento salva-energia aveva visto la luce alla fine della scorsa estate, quando la crisi economica stava stritolando gli apparati finanziari di mezzo mondo, ma solo adesso è divenuto una proposta concreta: insieme ad esso furono lanciate anche altre iniziative volte a ridurre la pressione fiscale sui cittadini, così da favorire inoltre le spese indirizzate verso prodotti meno inquinanti ma più costosi quali quelli eco-friendly , nell’estremo tentativo di rimettere in moto il meccanismo economico.
Pur apprezzandone i contenuti Greg Clark, ministro ombra dell’opposizione, ha giudicato l’azione dell’amministrazione Brown troppo tardiva : “Non possiamo permetterci il lusso di impiegare 10 anni per adeguarci a specifiche che sono già standard in molti altri paesi”, ha spiegato . Le critiche mosse da Clark sono seguite poi da quelle delle associazioni dei consumatori, le quali temono che i contribuenti saranno costretti a versare un ingente una tantum per la sostituzione degli apparati di lettura. Il costo di un singolo Smart Meter equivale infatti a 340 sterline: sostituire tutti i 26 milioni di contatori della Gran Bretagna alleggerirà le casse dello stato circa 8,11 miliardi di pound, una spesa consistente ma necessaria , sopratutto per le associazioni ambientaliste. Fonti industriali hanno rassicurato i cittadini sostenendo che l’introduzione dello Smart Meter costerà 15 sterline all’anno per ogni utenza dal 2010 al 2020.
Tuttavia in molti credono che sarebbe stato più corretto utilizzare quei fondi in altri modi, come ad esempio istituire corsi di formazione dedicati ai letturisti, professione altrimenti destinata a sparire , affinché siano loro ad illustrare ai clienti i metodi per risparmiare.
Di tutt’altro avviso Ed Miliband, titolare del Department for Energy and Climate Change , il quale ha dichiarato che non si può più attendere sia per ragioni ecologiche che di sicurezza: “I contatori che molti di noi hanno in casa – prosegue Miliband – sono decisamente obsoleti in quanto sono stati ideati per un’era diversa, prima dei cambiamenti climatici. Ora c’è bisogno di agire con intelligenza nei confronti dell’energia, perciò è importante creare dei sistemi moderni che ne ottimizzino il consumo.”
Giorgio Pontico