UMTS! E lo pagheremo tutto

UMTS! E lo pagheremo tutto

Effettiva valorizzazione della risorsa frequenziale: questa la definizione di quello che pagheranno le aziende e che pagheranno, di conseguenza, gli utenti. Mercato bloccato? Festa all'Antitrust
Effettiva valorizzazione della risorsa frequenziale: questa la definizione di quello che pagheranno le aziende e che pagheranno, di conseguenza, gli utenti. Mercato bloccato? Festa all'Antitrust


Roma – Le licenze UMTS costeranno e costeranno molto. A tutti. Lo ha deciso ieri l’ Antitrust che ha stabilito le regole dell’assegnazione delle cinque licenze. Si stabilisce che si dovrà guardare al piano industriale ma, una volta effettuata una “scrematura” delle aziende, le “finaliste” dovranno combattere anche rilanciando sul prezzo. E sono indicazioni che sono subito state trasmesse al Governo. Si profila, insomma, un quadro nel quale gli operatori si indebiteranno fino al collo con la conseguenza, quando l’UMTS finalmente partirà, di tariffe più alte per gli utenti e soprattutto tariffe che non potranno essere abbassate da società “in crisi” per cronica mancanza di money.

A denunciare i pericoli insiti in quanto sta accadendo sono arrivate le parole dell’Unione Nazionale Consumatori secondo cui si profila un mercato bloccato anticompetitivo. L’Unione ha consigliato di guardare alla gara da più punti di vista e di non limitarsi a seguire l’istinto, ovvero l’immediato accaparramento di una “tassa anticipata” che rischia di tradursi in una forte penalizzazione per la diffusione dei servizi.

Con la decisione di ieri, l’Antitrust ha appoggiato l’impostazione già espressa dal presidente del Consiglio Giuliano Amato per rendere salate le licenze UMTS, sul modello di quanto accaduto in Gran Bretagna. Le indicazioni dell’Antitrust serviranno stamattina al Consiglio dei Ministri che dovrà varare le regole per la gara al fine di includere un meccanismo d’asta che assicuri importanti introiti..

Contrario alla decisione dell’Antitrust anche Renato Soru, il boss di Tiscali che ieri aveva espresso perplessità per questa caccia al rialzo. Secondo Soru “la priorità del governo dovrebbe essere una veloce diffusione al prezzo più basso di questa tecnologia, che altro non è che l’accesso alla rete. L’UMTS è un pezzo di internet, non credo che vendere al migliore offerente sia la soluzione migliore”.

Altre prese di posizione sulla gara si sono avuti da Sergio D’Antoni, boss della CISL , secondo cui i capitalisti italiani sono allo sbando: “Si predicano inglesi salvo poi protestare contro i 25 miliardi che dovrebbero essere ricavati in patria”. Mauro Paissan, deputato verde, ha invece espresso preoccupazioni perché con l’UMTS “c’è il rischio di un’altra giungla di nuove antenne nelle nostre città. I nuovi telefonini avranno bisogno di propri apparati. Si tratta di garantire la protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

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Pubblicato il 9 mag 2000
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