UMTS gratis? Digital divide all'italiana

UMTS gratis? Digital divide all'italiana

di Massimo Mantellini. Cardinale dichiara che entro il 2004 l'Italia avrà una delle più alte percentuali di accesso ad Internet grazie all'UMTS. Ma, oooops!, si è dimenticato le tariffe
di Massimo Mantellini. Cardinale dichiara che entro il 2004 l'Italia avrà una delle più alte percentuali di accesso ad Internet grazie all'UMTS. Ma, oooops!, si è dimenticato le tariffe


Web – Il “digital divide”, ovverossia la tendenza alla divisione che le moderne tecnologie causano fra chi ne ha accesso e chi no, è due cose assieme. E ‘ un problema serio e reale connaturato allo sviluppo delle tecnologie informatiche e un moderno strumento di demagogia. E ‘ quindi, da qualunque lato lo si voglia vedere, il terreno di confronto politico ideale nell’epoca attuale.

Qualcuno lo ha capito, qualcuno no. Per quale ragione credete che Bill Clinton nello scorso mese di aprile se ne sia andato a fare un giro presso le tribu Navajo americane? Perché ormai due terzi delle case americane hanno un PC collegato a Internet mentre quasi il 50% di quelle Navajo non hanno nemmeno la linea telefonica.

Quale esempio migliore di questo può spiegare la differenza fra gli “haves” e gli “have-nots” nella società dell’informazione statunitense? L’amministrazione americana si è dimostrata in questi anni molto impegnata nel tentativo di favorire l’accesso a Internet al maggior numero possibile di persone, iniziando dalle scuole. Nei mesi scorsi Clinton ha riunito intorno a un tavolo economisti, guru di Wall Street e imprenditori delle aziende tecnologiche nel tentativo di trovare la strada migliore affinchè l’accesso alla rete diventi una opportunità per tutti. Molti degli sforzi in tal senso dell’amministrazione americana sono consultabili al sito web www.digitaldivide.gov e si potrebbero riassumere nello slogan: “From digital divide to digital opportunity”.

Qualche settimana fa, Pro Active International ha pubblicato i primi risultati disponibili sul “digital divide” in Europa. Il report permette di ragionare su alcune cose, a volte banali ma fondamentali.

La grande maggioranza di coloro che accedono alla rete oggi in Europa, appartiene alle classi sociali a più alto reddito con un rapporto di circa 5 a 1. Questo è il dato fondamentale che esce dalla ricerca presentata ad Amsterdam il 17 aprile di quest’anno. Liesbeth Hop, Direttore Generale di Pro Active International, ha dichiarato al riguardo: “Questi risultati del Pan European Internet Monitor mostrano che lo squilibrio nell’accesso ad Internet in base al reddito dovrebbe essere un motivo di preoccupazione forte per tutti i governi Europei.”

Ci sentiamo di sottoscrivere, senza bisogno di citare, per l’ennesima volta, come queste problematiche diventino esplosive quando si paragoni anche solo l’Europa al continente africano.

E in Italia? Qualcuno che abbia sentito parlare delle potenzialità delle tecnologie digitali c’è, se è vero che qualche politico nostrano da qualche tempo a questa parte non perde occasione per ricordare che Internet e il commercio elettronico potranno ridurre il gap delle imprese del sud d’Italia rispetto a quelle padane, ma per il resto nessuno pare essersi accorto di nulla. Nemmeno dei pericoli di una nuova oligarchia digitale. Iniziative concrete del governo in materia di alfabetizzazione telematica non se ne sono viste: più volte citate nei programmi dei passati esecutivi, sono poi puntualmente scomparse dalle leggi finanziarie nel silenzio di tutti.

E poiché non c’è mai fine al peggio, al silenzio di tanti si oppongono le parole del Ministro delle Comunicazioni Cardinale che, nella beata incoscienza del problema dell’accesso alla comunicazione digitale, trova il modo di dichiarare al recente Forum dell’Informazione organizzato dall’Ansa:

“La possibilità di far convergere audio, video e dati in un telefonino mette in condizione ogni cittadino di avere Internet in tasca. Ciò abbatte quel diaframma “computer” a cui i cittadini del nostro paese mostrano una certa resistenza, e permetterà – secondo le mie opinioni e stime di esperti – la esplosione nel nostro paese di Internet. Considerato che dal primo gennaio 2002 l’UMTS sarà operativo e considerati i tempi di penetrazione, è ragionevole pensare che il nostro paese, gia nel 2004, occuperà i primi posti nella graduatoria europea della diffusione di Internet”.

E ‘ una frase senza senso se a pronunciarla è un Ministro della Repubblica; l’ennesima dimostrazione che la coscienza sociale dei nostri amministratori è ormai ai minimi storici, così come la loro capacità di rappresentare gli interessi generali. A meno che il Ministro non abbia già convinto gli amministratori delle compagnie telefoniche (ai quali lo Stato sta per chiedere un discreto obolo per le frequenze dei nuovi cellulari) a fornire l’accesso a Internet, via UMTS, gratuitamente e per tutti.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
9 giu 2000
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