UMTS, il delirio insegna

UMTS, il delirio insegna

di M. Mantellini. Ma guarda che ti combina un sito... Un attimo prima di assegnare le licenze si scopre che il Governo britannico le vende ad un prezzo immensamente superiore. Ma a Roma si fa finta di niente
di M. Mantellini. Ma guarda che ti combina un sito... Un attimo prima di assegnare le licenze si scopre che il Governo britannico le vende ad un prezzo immensamente superiore. Ma a Roma si fa finta di niente


Web – Volete un esempio di un utilizzo didattico di Internet? Le cronache dei giornali degli ultimi giorni ce lo servono su un piatto d’argento.

Il governo italiano si stava accingendo ad assegnare le licenze per il futuro standard UMTS, quello dei cosiddetti telefoni mobili di terza generazione, i diabolici apparecchietti che con il nuovo protocollo e la nuova banda comprimeranno tutta Internet dentro il loro microdisplay, quando è accaduto un piccolo imprevisto. Ed è stata, per l’ennesima volta, anche un po’ colpa di Internet.

Nel silenzio della sacrestia nella quale in pochissimi sono ammessi, le cinque licenze erano già state praticamente assegnate a prezzi di realizzo agli operatori telefonici italiani, con il metodo un po’ torbido ma da noi assai usuale della licitazione privata. Lo stato stava per incamerare soddisfatto circa 4000 miliardi dall’operazione.

Bella cifra! direte voi. Bella cifra! diceva fino a ieri anche l’Autority delle Comunicazioni, organismo “di tutela” noto ai consumatori per la propria genetica tendenza a schierarsi col più forte e quasi mai con gli interessi dei cittadini. Bella cifra! dicevano un po’ tutti, fino a quando qualcuno non si è accorto dell’esistenza di un sito web -ecco la maledizione di Internet- attraverso il quale il governo inglese, nella più assoluta trasparenza, riceveva le offerte degli operatori telefonici per le analoghe licenze che stanno per essere rilasciate anche in Gran Bretagna con il meccanismo dell’asta pubblica. Ognuno conosce le offerte della concorrenza e, se crede, rilancia. Chi vuole, osserva. Come ad una asta di tappeti orientali a Lignano Sabbiadoro.

Una vera sfortuna l’esistenza di questo sito, poichè attraverso di esso tutti, anche i semplici cittadini della repubblica italiana, perfino il Presidente dell’Autority Cheli e tutti i nostri scaltri politici (compresi quelli dell’opposizione, regolarmente rappresentati all’interno dell’Autority e anche loro impegnati a considerare i 4000 miliardi dell’UMTS italiano un ottimo affare per le casse dello Stato) si sono potuti rendere conto che, per un mercato numericamente simile al nostro, la Gran Bretagna si stava accingendo a incassare per le licenze dei nuovi telefoni mobili circa 64.000 miliardi.

La notizia è stata poi stranamente diffusa da qualche quotidiano, cavalcata da qualche politico in cerca di notorietà e minimizzata dai più, ma la presenza di questa pagina Internet, accessibile da chiunque in qualsiasi angolo del globo, non è stato più possibile ignorarla.

Il giocattolino ogni tanto si rompe.

Qualcuno ha poi crudelmente fatto notare che TIM in Turchia sta offrendo per una licenza GSM più di 5 volte la cifra che stava per spuntare per la sua licenza UTMS in Italia. Qualcun altro ha sottolineato lo scaricabarile stizzito di Cheli (“l’Authority ha seguito le indicazioni della legge…”) , i “no-comment” di Telecom e le dichiarazioni faccia-di-bronzo di Renato Soru di Tiscali-Andala (“Alzare il prezzo delle licenze per i telefonini con Internet sarebbe come mettere una tassa su una nuova tecnologia”).

Nel frattempo l’asta trasparente su Internet per le cinque licenze inglesi continua, e siamo ormai sulla soglia dei 70.000 miliardi. Più di 10 operatori delle comunicazioni sono ancora in gara. E rilanciano.

In Italia, le polemiche di questi giorni faranno lievitare il prezzo delle licenze di qualche migliaio di miliardi, ma quella finale sarà come al solito, una decisione “in famiglia” che accontenterà tutti i contendenti. Ci rimetteranno “solo” i cittadini.

I nostri politici e i nostri imprenditori, anche quelli della nuova era, continuano a ragionare esattamente come cinquant’anni fa: si riempiono la bocca di new economy e sviluppo tecnologico, ma nel buio dei loro circoli privati usano ancora il pennino, l’inchiostro e la carta assorbente per stringere legami, rinsaldare vecchie amicizie, scambiarsi favori. E contemporaneamente sui loro luccicanti siti web postano solo inutili documenti programmatici, noiosi comunicati stampa e altre quisquiglie senza importanza. Di Internet come strumento di trasparenza e civiltà proprio non ne vogliono sapere e dell’esempio altrui fanno finta di non accorgersene. Per quanto ancora?

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
21 apr 2000
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