Un airbag per bici, invisibile

Un airbag per bici, invisibile

Invece di usare il caschetto, basterà una sciarpa per proteggere testa e collo in caso di incidente
Invece di usare il caschetto, basterà una sciarpa per proteggere testa e collo in caso di incidente

Moltissime persone vanno in bicicletta: chi per sport, chi per passatempo, chi per muoversi velocemente su percorsi brevi nella propria città. A fronte di questa moltitudine di ciclisti, esiguo è il numero di coloro che usano il caschetto di protezione. E questo è un male. Infatti, le statistiche internazionali dimostrano che i caschi per bicicletta possono ridurre almeno del 60 per cento i danni causati da incidenti e che quattro persone su dieci tra coloro che muoiono in seguito ad incidenti ciclistici sarebbero sopravvissute se avessero indossato un caschetto. Questi dati allarmanti non funzionano però da monito per i ciclisti, che, in modo ostinato, continuano a non voler indossare il caschetto. I motivi? Ad indagarli, sono state due stiliste svedesi, Anna Haupt e Terese Alstin, che, nel 2005, in seguito dell’entrata in vigore dell’obbligo del casco da bicicletta in Svezia per i bambini e nella prospettiva di una legge analoga per gli adulti, iniziarono a carpire le cause di così tanta riluttanza nei confronti di questi sistemi salvavita. Dalle svariate interviste, emerse che i ciclisti reputano i caschetti ingombranti, scomodi da trasportare o poco eleganti da indossare. Da qui, l’idea di progettare un sistema all’avanguardia tecnologicamente e stilisticamente elegante, in una sorta di casco invisibile.

Dopo ben sette anni le due designer, con il marchio aziendale Hövding , hanno finalmente presentato il primo caschetto invisibile, che non si indossa. O meglio, non lo si indossa in modo tradizionale. Il caschetto, in effetti, è nascosto in una specie di sciarpa larga che può essere portata al collo.

caschetto

In caso di incidente, i microcontrollori STM percepiscono i movimenti anomali del ciclista e inviano un segnale all’airbag integrato nella sciarpa che si gonfia in un decimo di secondo a protezione del cranio e del collo di chi lo indossa e senza ostruire il campo visivo del ciclista.

I sensori integrati nel collare sono capaci di rilevare i movimenti lineari e angolari in tutte e tre le dimensioni e riconoscono i movimenti complessi del ciclista grazie a sofisticati algoritmi e ad appositi database che contengono tutte le informazioni a riconoscimento di specifici schemi di movimento. Questo database è stato popolato attraverso le centinaia di simulazioni di possibili incidenti, oltre che nelle normali condizioni di uso della bicicletta.

Il microcontrollore integrato è un STM32, un chip di controllo molto potente, ma allo stesso tempo poco esoso dal punto di vista energetico.

Inoltre, dai crash test effettuati, è risultato che la capacità di assorbimento d’urto dell’airbag è di molto superiore a quella della schiuma polimerica di cui sono foderati i caschi da bicicletta tradizionali. Questi esiti positivi hanno incontrato il favore anche degli enti certificatori, così questo caschetto invisibile ha anche ricevuto l’approvazione della comunità europea, con il rilascio del marchio CE a conferma di essere conforme alle norme di sicurezza dettate dall’Europa.

Insomma, questo è un tipico esempio di come stile e tecnologia possano andare di pari passo, a salvaguardia della salute degli utenti.

(via Digimars )

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Pubblicato il
6 giu 2012
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