Un attentatore si nascondeva In Yahoo?

Un attentatore si nascondeva In Yahoo?

Un ingegnere di Yahoo è stato accusato di essere la mente degli attentati che hanno insanguinato l'India. L'azienda si dice preoccupata, la famiglia dell'uomo coinvolto nega ogni addebito
Un ingegnere di Yahoo è stato accusato di essere la mente degli attentati che hanno insanguinato l'India. L'azienda si dice preoccupata, la famiglia dell'uomo coinvolto nega ogni addebito

Mohammed Mansoor Peerbhoy, 31enne software engineerer impiegato presso Yahoo! con uno stipendio annuo di oltre 22mila sterline, sarebbe uno degli artefici degli ultimi attentati che hanno colpito l’India, provocando nel complesso 120 morti e devastando le città di Delhi, Ahmedabad e Jaipur. Secondo le forze di polizia di Bombay, l’uomo sarebbe la mente di una “cellula di comunicazione del terrore”.

L’organizzazione, denominata i Mujahedeen Indiani , stava portando avanti un piano per nuovi attentati nella capitale, e sarebbe stata smantellata in una recente operazione che ha portato alla cattura di 15 uomini, Peerbhoy incluso. Il ruolo di quest’ultimo sarebbe stato quello del postino di proclami terroristi, compito portato a termine inviando email da connessioni Wi-Fi violate in giro per la città .

L’ingegnere di Yahoo!, di famiglia rispettabile, buona educazione e buon inglese, viene dipinto come vittima di un “lavaggio del cervello” subito corso del suo pellegrinaggio alla Mecca avvenuto nel corso del 2004. La famiglia di Peerbhoy parla della volontà della polizia e della politica di trovare un capro espiatorio, una facile pedina da sacrificare per dare l’impressione di agire contro l’ondata di violenza e terrore che scuote la nazione indiana. “Mohammed è una persona estremamente qualificata e noi siamo una famiglia molto rispettabile”, ha dichiarato al Times of India un parente del presunto terrorista che è voluto rimanere anonimo.

“Non ci sono prove”, ha rincarato Tarun Tejpal, del settimanale Tehelka . “Quello che penso stia avvenendo – continua Tejpal – è che abbiamo mezzi di comunicazione isterici e attivi 24 ore al giorno che forzano politici e polizia ad agire o a dimostrare che si stanno muovendo”.

La polizia brancolerebbe nel buio, e Peerbhoy sarebbe finito in un complesso gioco mediatico-politico in cui l’unica vittima è la giustizia. A rafforzare questa tesi ci sarebbe il fatto che, almeno in origine, le indagini erano concentrate su un uomo chiamato Subhan Qureshi, anche noto come “Tauqeer”, presunto responsabile per l’invio delle mail, ora attribuite al giovane ingegnere di Yahoo.

In concomitanza con l’arresto di Peerbhoy la polizia ha sostenuto che “Tauqeer” non è stato altro che una creazione del vero mastermind del terrore, finalmente assicurato alla giustizia. Yahoo! si è espressa ufficialmente sulla vicenda limitandosi a dire che “è preoccupata di questi eventi e collaborerà appieno con le forze dell’ordine laddove fosse richiesto”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 ott 2008
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