Un robodottore per curare i pazienti

Un robodottore per curare i pazienti

Si muove tra le corsie e chiacchiera con i degenti di un istituto londinese: è azionato da un medico in carne ed ossa che da remoto, via joystick, ne controlla le funzioni
Si muove tra le corsie e chiacchiera con i degenti di un istituto londinese: è azionato da un medico in carne ed ossa che da remoto, via joystick, ne controlla le funzioni


Londra – La “sorella Mary” che lavora all’istituto Saint Mary di Londra non è la solita infermiera appartenente a qualche ordine monastico, né è solo una caposala e neppure soltanto un medico: “Sister Mary” è il soprannome di un sofisticato RP6 Robot , acronimo di Remote Presence Robot , già in funzione presso il nosocomio londinese: un guscio robotico che prende vita grazie agli ordini di un joystick .

Esattamente come accade in un videogioco con visuale in soggettiva, i medici potranno comandare a distanza il robot per tenere d’occhio il check-up dei pazienti in corsia. Grazie ad un sistema di controllo wireless, Sister Mary può muoversi agilmente tra i reparti dell’ospedale. Equipaggiato di uno schermo e di una telecamera, potrà fare molto per avvicinare i pazienti al medico di fiducia – anche se questo si trovasse dall’altra parte del mondo, intento a seguire un convegno.

Il dott. Parv Sains, dell’ospedale Saint Mary, è convinto che Sister Mary potrà dare il dono dell’ubiquità a tutti i dottori. “Molti specialisti, specialmente quelli più esperti ed anziani, dovrebbero essere disponibili in più luoghi e nello stesso tempo: adesso abbiamo trovato la soluzione adatta a questo problema”. Tramite lo schermo del robot, il medico potrà dare consigli, supervisionare cartelle cliniche e persino fare diagnosi. Senza lasciare il proprio ufficio.

Per il momento Sister Mary non è in grado di intervenire direttamente sui pazienti, limitandosi ad essere un efficace strumento di comunicazione . Delegare tutte le attività di un medico in carne ed ossa , anche secondo il dott. Sains, è impossibile – nonchè tremendamente disumanizzante. “I nostri robot non potranno mai sostituire le persone: è semplicemente un metodo per migliorare la qualità del nostro servizio”.

Tuttavia le speranze degli scienziati dell’ Imperial College londinese, creatori di questo ingegnoso apparecchio per la telemedicina , sono altre: convinti che l’introduzione di Sister Mary segni una svolta epocale per il sistema ospedaliero britannico, hanno iniziato la sperimentazione di simili apparecchi anche per condurre operazioni chirurgiche .

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
19 mag 2005
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