Un sito web contro l'autismo

Un sito web contro l'autismo

Consentirà ai genitori di imparare a riconoscere i primi segni della patologia fin dalla più tenera età. Disponibile materiale video, un glossario e quant'altro necessario allo scopo
Consentirà ai genitori di imparare a riconoscere i primi segni della patologia fin dalla più tenera età. Disponibile materiale video, un glossario e quant'altro necessario allo scopo

Cosa può fare il web socialmente utile per aiutare padri e madri preoccupati che i loro bambini possano essere affetti da autismo ? Tanto, secondo i promotori di un sito a tema appena pubblicato, che vuole offrire una informazione quanto più possibile utile a riconoscere i sintomi della patologia sin dalla più tenera età , permettendo di approntare i trattamenti grazie ai quali rendere gli effetti della malattia meno invalidanti.

Ne parla il Washington Post : il sito web è promosso di concerto dalle associazioni Autism Speaks e First Signs , e raccoglie contenuti sia di tipo multimediale che testuale. Accanto alle definizioni di termini come ecolalia – ovvero la ripetizione involontaria di frasi e parole pronunciate da altri, tratto caratteristico della condizione autistica (nel 75% dei casi) – sono presenti video in cui viene messo a confronto il comportamento di bambini sani e di quelli malati .

L’autismo mostra molti dei suoi segni distintivi entro il terzo anno di età, e il video-glossario online serve proprio per imparare a distinguere quelli che sono i comportamenti tipici dei bambini – come il giocare in maniera compulsiva e incontrollata con tazze e stoviglie, o il battere le manine altrettanto convulsamente – da quelli che invece non dovrebbero esserlo.

Differenze a volte palesi, altre volte meno, che secondo i promotori del sito meritano di essere spiegate adeguatamente, vista l’importanza della patologia. Sebbene non esista cura per quella che molti considerano una vera e propria condizione più che una “malattia” propriamente detta, l’autismo è un problema complesso , che va individuato subito e affrontato con le dovute misure riabilitative per diminuire o contenere l’effetto degenerativo sulla vita sociale e personale.

E se Amy Wetherby, professoressa della Florida State University che ha contribuito alla creazione del portale, crede che il sito possa “fornire alle famiglie motivazioni per chiamare il dottore e dire sono preoccupato “, c’è anche chi è più prudente, come Michael Wasserman, pediatra di New Orleans, che teme che le informazioni presenti su autismspeaks.org possano portare i genitori a preoccuparsi eccessivamente per quelli che sono semplici comportamenti di un bambino sano che sta crescendo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 ott 2007
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