Un SSD cotto è un SSD eterno?

Un SSD cotto è un SSD eterno?

Una società asiatica sostiene di aver sviluppato una tecnologia potenzialmente in grado di donare una vita lunghissima ai drive basati su memoria a stato solido
Una società asiatica sostiene di aver sviluppato una tecnologia potenzialmente in grado di donare una vita lunghissima ai drive basati su memoria a stato solido

Macronix , produttore di chip di memoria non volatile in quel di Taiwan, avrebbe individuato il “santo Graal” per i dischi SSD e altri supporti di storage basati su NAND Flash: basta un breve impulso di calore, dice la società, per estendere di qualche ordine di grandezza la vita utile dei chip di memoria.

Attesa alla sua prima presentazione pubblica durante il prossimo International Electron Devices Meeting (11 dicembre, San Francisco), la tecnologia di Macronix parrebbe dunque eliminare il tallone di Achille dello storage a stato solido, vale a dire la progressiva e irreversibile degradazione delle celle di memoria – e la loro conseguente inutilizzabilità – in seguito a un numero finito di cicli di lettura/scrittura.

I maggiori produttori di dischi SSD (Intel e Samsung in testa) tendono a mitigare il problema del degrado delle celle di memoria attraverso un processo noto come “wear leveling”, in cui la complessa elettronica del controller integrato nel disco si incarica di “spalmare” le scritture dei bit di dati su un numero maggiore di celle.

La tecnologia Macronix intende portare il wear leveling al pensionamento, e lo fa servendosi di un procedimento di “ri-cottura” dei chip NAND Flash capace di riportare questi ultimi a uno stato di perfetta funzionalità ai fini dell’archiviazione dati.

Che i chip “cotti” con intense quantità di calore (oltre 400 gradi centigradi) ritornino giovani e un fatto noto, ma il “miracolo” di Macronix consiste nell’aver integrato il procedimento localmente – cella per cella – con impulsi di calore da più di 800 gradi e della durata di qualche millisecondo.

Così facendo, sostiene la società taiwanese, la vita utile degli SSD passa dagli attuali 10mila cicli di lettura/scrittura ai 100 milioni sperimentati nei test. E si potrebbe andare anche oltre, suggerisce Macronix, visto che i test suddetti sono stati interrotti per questioni squisitamente temporali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 3 dic 2012
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