Una biblioteca per il design hardware

Una biblioteca per il design hardware

di Alberigo Massucci. L'idea è mutuata dritta dritta dall'open source. Per consentire lo sviluppo di soluzioni hardware attraverso la diffusione gratuita di licenze ad hoc. Per superare gli ostacoli del copyright. Dal 1999
di Alberigo Massucci. L'idea è mutuata dritta dritta dall'open source. Per consentire lo sviluppo di soluzioni hardware attraverso la diffusione gratuita di licenze ad hoc. Per superare gli ostacoli del copyright. Dal 1999


Roma – C’è ancora una volta Internet dietro le nuove possibilità aperte dall’open source per gli sviluppatori, questa volta di hardware e non, come tipicamente accade, di software. Sì, perché sta prendendo consistenza il progetto di molti ingegneri che in tutto il Mondo dal 1999 stanno contribuendo alla realizzazione di una “biblioteca pubblica” che consenta la condivisione dei design dell’hardware.

L’idea mutua dall’open source “classico” la cooperazione e la collaborazione tra i diversi partecipanti, che grazie alla biblioteca potranno utilizzare gratuitamente design hardware sviluppati da altri.

Questo significa, secondo i proponenti di OpenCores , che lo sviluppo di smart card, set-top box, Internet appliance, switch di rete e soprattutto microprocessori potrebbe essere velocizzato e migliorato, con il contributo di tutti, lavorando “collettivamente” sui singoli passi dell’evoluzione dei diversi design. Gli oneri normalmente affrontati dalle aziende per acquisire le licenze hardware necessarie allo sviluppo verrebbero in questo scenario “dirottati” sul lavoro di sviluppo, “liberando” quindi risorse di rilievo in questa direzione.

La “mission” di OpenCores è stata descritta benissimo da uno degli animatori della costituenda biblioteca hardware, Jamil Khatib, in una recente intervista a Ziff-Davis, nella quale ha sostenuto: “L’Open source in generale è il risultato del contributo di molte persone in tutto il mondo su progetti specifici a cui tutti possono partecipare e che tutti possono studiare”.

Rispetto al mondo dell’open source sul software, quello sull’hardware non consente di andare “fino in fondo”, perché integrare le soluzioni open source nei design finali dei device tecnologici immessi sul mercato può significare dover affrontare sforzi e spese notevoli, che difficilmente possono essere “coperti” dal modello open al momento. Il risultato più probabile di questo progetto, dicono i suoi sostenitori, è che il prodotto finale costi molto meno di oggi e che dunque arrivi al mercato a prezzi decisamente inferiori agli attuali.

E ‘ ancora presto per dire se OpenCores funzionerà davvero e fino a che punto porterà l’open source nel mondo dell’hardware, ma basta guardare al menù dei progetti per capire che la biblioteca non solo sta decollando ma sta anche spaziando nei settori più delicati e interessanti del design hardware del momento, dai processori OpenRISC alle soluzioni Bluetooth passando per controller video e tecnologie di cifratura.

Alberigo Massucci

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Pubblicato il
31 mar 2001
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