Una fotocamera davvero digitale

Una fotocamera davvero digitale

Un prototipo di macchina fotografica da dito, per dire addio alle ingombranti reflex
Un prototipo di macchina fotografica da dito, per dire addio alle ingombranti reflex

Ricordate i vecchi registi di Hollywood che inquadravano le persone, i paesaggi e le star formando una cornice con le dita delle mani? Quel semplice gesto potrebbe ritornare in voga e diventare tanto comune quanto la fotografia digitale oggi. Perché è proprio grazie a questa semplice posizione reciproca delle dita che si potrebbero effettuare scatti di ciò che ci circonda, senza bisogno di possedere una macchina fotografica. Il tutto grazie ad un piccolo hardware da indossare sull’indice di una mano: Ubi-Camera.

Ubi-Camera

Progettata da un gruppo di ricercatori giapponesi, Ubi-Camera è in realtà non poco rivoluzionaria. Non ha un mirino, né un LCD, ma funziona comunque in modo molto semplice. Si aggancia la camera all’indice e si forma un rettangolo con pollici e indici di entrambi le mani a mo’ di mirino.

A questo punto, grazie ad un sensore ad infrarossi che rileva la distanza dell’hardware rispetto alla faccia, basta avvicinare la cornice formata dalle mani al viso per ottenere un grandangolo e riprendere una scena per intero. Al contrario, allontanando la cornice dal viso, si effettua uno zoom, ingrandendo un particolare.

Per scattare la foto, l’operazione è altrettanto semplice, in quanto è sufficiente una leggera pressione del pollice su un pulsante posto lateralmente.

Insomma, è sufficiente un rettangolo con quattro dita per avere sempre a portata di mano, ed è proprio il caso di dirlo, una fotocamera.

Ovviamente, come tutti i prototipi che si rispettino, anche questo ha i suoi problemi. In primis, la fotocamera da dito al momento è collegata con un cavo al PC che riceve l’immagine, ma i ricercatori stanno già lavorando per rendere il dispositivo wireless e capace di interfacciarsi anche con gli smartphone.

D’altra parte, il sistema di zoom attraverso il sensore a infrarossi non è sempre affidabile. A volte non rileva la distanza con il viso oppure può essere condizionato dalle sorgenti luminose presenti nell’ambiente e non svolgere bene la sua funzione. Anche per questo, comunque, i ricercatori sono al lavoro, per sostituire il sensore a infrarossi con un sistema di riconoscimento del volto più performante.

(via TheVerge )

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Pubblicato il
9 mag 2012
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