Una micromano per la chirurgia non invasiva

Una micromano per la chirurgia non invasiva

I ricercatori della University of California hanno realizzato il prototipo di una mano meccanica grande poco meno di un millimetro. Potrebbe rivoluzionare il settore medicale
I ricercatori della University of California hanno realizzato il prototipo di una mano meccanica grande poco meno di un millimetro. Potrebbe rivoluzionare il settore medicale

Los Angeles – A cosa servirà mai una piccola manina meccanica grande neanche un millimetro? Non certo a lucidare le uova di pesce – cosa che per altro è stata fatta per dimostrare le sue funzionalità – quanto invece per “traghettare” la micro-chirurgia in una nuova era. Ne sono convinti i ricercatori della University of California di Los Angeles ( UCLA ), che ne hanno realizzato un primo prototipo funzionante. “Si tratta della più piccola mano robotica (MEMS) al mondo, e potrebbe essere utilizzata nel settore della micro-chirurgia”, ha spiegato Chang-Jin Kim, responsabile del progetto. Inoltre, il nuovo dispositivo si è dimostrato compatibile con ogni tipo di condizione ambientale : dato che è mosso dalla pressione del gas e non dall’elettricità, può essere utilizzato “a secco” e “in umido”.

La piccola manina misura un solo millimetro quando viene chiusa a pugno. Dispone di quattro dita, ognuna realizzata con sei wafer di silicio che alle giunture permettono il movimento grazie a “palloncini” di un polimero complesso – simili a quelli utilizzati nelle angioplastiche. Ogni palloncino è connesso con un sistema di tubicini che trasportano l’aria. Quando viene gonfiato, la distanza tra due elementi in giuntura diminuisce, di conseguenza il dito flette verso il basso. Con lo sgonfiamento forzato avviene il contrario, e il dito “si rilassa”. La gestione dei flussi di aria permette così l’operatività della manina e, volendo, la presa o il rilascio di un oggetto.

“Devo dire che la micro-mano è una meravigliosa scoperta di micro-meccanica”, ha sottolineato Albert Pisano, ingegnere meccanico della University of California e co-responsabile del progetto. “I settori della micro-chirurgia e della chirurgia non invasiva sono dominati da strumenti che sono montati alla fine di lunghi e rigidi bracci di alluminio. Certamente soluzioni adeguate per molti usi, ma con le future micro-mani, possiamo iniziare ad immaginare nuove soluzioni capaci di migliorare notevolmente la destrezza in operazioni complicate”. “Il lavoro del professor Kim è di particolare importanza sopratutto perché ha creato una manina con due paia di dita opponibili. Questo design permette un gran numero di movimenti”.

Il team di ricerca della UCLA ha sottolineato comunque che prima di disporre di un prodotto finito bisognerà ancora aspettare degli anni. Intanto il lavoro di sviluppo procede e, al momento, si sta concentrando anche nella realizzazione di un tipo di mano meccanica leggermente più grande ma dotata di fibre ottiche capaci di attivare anche la visualizzazione da remoto dell’area in cui si opera. “L’idea è quella di vedere e operare all’interno del corpo umano con un unico strumento”, ha concluso Kim.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
29 gen 2007
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