Gainesville (USA) – Un artificiere spara contro un possibile pacco bomba, dà un’occhiata al suo PDA da polso e fa un cenno di diniego o di assenso ai suoi colleghi. Potrebbe essere questo, in futuro, uno dei metodi per sventare un attentato dinamitardo.
Alcuni ricercatori dell’University of Florida, a Gainesville, hanno infatti sviluppato una pallottola in gomma che, una volta sparata contro un bersaglio posto ad una settantina di metri di distanza, è in grado di stabilire una comunicazione wireless e trasmettere l’analisi del contenuto di un involucro, come un pacco, una valigia o una scatola.
Il proiettile si attacca alla superficie dell’oggetto colpito grazie ad una speciale resina adesiva che lo riveste, resina capace di fare presa su una grande varietà di materiali e resistere a temperature anche molto elevate.
All’interno della pallottola hi-tech c’è, oltre alla micro-trasmittente radio, un accelerometro ed un sensore: il primo ha il compito di percepire la brusca decelarazione dovuta all’impatto con un oggetto, così da attivare la comunicazione radio; il secondo ha invece il compito di effettuare le necessarie analisi chimiche. Per il momento questo sensore è in grado di verificare la presenza dei gas emessi dal tritolo (TNT), uno degli esplosivi più utilizzati negli attentati terroristici.
Il team di ricercatori americano ha spiegato che attualmente i dispositivi in grado di rilevare la presenza di tritolo hanno le dimensioni di un PDA e possono essere utilizzati solo in prossimità dell’esplosivo.
Alcuni hanno tuttavia fatto notare com il lancio di un oggetto verso un possibile pacco bomba infranga tutti i codici di condotta del buon artificiere: l’impatto del proiettile contro il contenitore dell’esplosivo potrebbe infatti causarne la detonazione.
Il radio-proiettile, il cui progetto è stato finanziato dal colosso Lockheed Martin, potrebbe tuttavia trovare applicazione in diversi altri campi dell’intelligence e del settore aerospaziale, per fare due esempi.