Londra – Può essere ritenuta valida l’udienza di un processo alla quale l’imputato partecipa via? SMS? Secondo il Daily Telegraph britannico, su suolo inglese ciò può accadere ed essere ritenuto valido a tutti gli effetti.
Una notizietta raccontata dal quotidiano inglese narra di un tassista che, dovendosi trovare in tribunale per partecipare all’udienza che avrebbe portato ad una sentenza che lo riguardava, non è riuscito a raggiungere in tempo l’aula, bloccato com’era in mezzo al traffico.
Chiamando in tribunale per segnalare il proprio ritardo, gli sarebbe stato chiesto se intendeva far rinviare l’udienza o se, invece, avrebbe accettato di partecipare via cellulare. Se avesse accettato avrebbe da lì a poco ricevuto un messaggino con la sentenza del giudice…
“Non mi disturba – ha spiegato l’uomo – di essere entrato nella storia del diritto. Io credo che in fondo la Corte abbia gestito le cose in modo appropriato. Se avessero rinviato l’udienza finale perché non ero giunto in tribunale sarebbero solo stati spesi soldi e si sarebbe tutti perso del tempo”.
Pragmatismo innanzi tutto, quindi. Ben diversa un’altra storiella britannica, questa volta del tabloid The Sun secondo cui un residente della città di Swansea avrebbe nottetempo per diversi mesi inviato ad amici e conoscenti messaggini nel bel mezzo della notte. E lo avrebbe fatto da sonnambulo, mentre dormiva.