Una station wagon per... molecole

Una station wagon per... molecole

Alcuni scienziati della Rice University, negli USA, hanno creato il più piccolo mezzo di trasporto mai realizzato. Grande appena 60 atomi di carbonio, la nanomacchina potrà trasportare molecole
Alcuni scienziati della Rice University, negli USA, hanno creato il più piccolo mezzo di trasporto mai realizzato. Grande appena 60 atomi di carbonio, la nanomacchina potrà trasportare molecole

Houston (USA) – L'”automezzo” destinato ad essere il più compatto ed il più innovativo dell’anno sembra sia la nanomobile assemblata dai ricercatori statunitensi della Rice University . Migliaia di volte più piccola del diametro di un capello, la nanomobile è grande appena 3-4 nanometri: circa trecento atomi di carbonio , strutturati esattamente come una normale autovettura.

“Abbiamo quattro ruote connesse su quattro assi rotanti completamente indipendenti, coperti da uno chassis organico”, fanno sapere gli inventori James Tour e Kevin Kelly. Si tratta di un importante passo avanti che apre nuove prospettive di ricerca nel settore biomedico: “In futuro potranno trasportare molecole alla stessa maniera dell’emoglobina”.

“Non esiste niente di più piccolo per il trasporto di atomi”, dichiara James Tour in un’intervista al New York Times , dove svela che il progetto è il frutto di ben otto anni di accuratissime ricerche a livello nanoscopico.

La nanomobile Le nanomacchine si muovono in maniera differente rispetto ai nanotrasportatori inventati dagli scienziati scozzesi o ai nanospider creati dai ricercatori dell’ Università di Bologna . “Rotolano” infatti su minuscole ruote da 60 atomi di carbonio l’una ma necessitano, per il momento, di superfici metalliche ad alta termoconduttività. In futuro, sostiene Tours, verranno sviluppati nanomotori per ovviare a questi limiti.

Il movimento delle attuali nanomacchine è assai difficile da controllare: poste su una lastra d’oro, le nanovetture hanno bisogno di temperature non al di sotto dei 200 gradi centigradi. Tours parla di un “buon punto di partenza”, tuttavia fa sapere che servono “ancora molti anni per acquisire le conoscenze necessarie alla costruzione di nanotrasportatori veramente efficaci”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
25 ott 2005
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