Roma – Domenica sera preparo un cartone animato per il mio sito BruscoCartoons. Un po’ influenzato dalle chiacchiere tra parenti della domenica pomeriggio, realizzo un testo contro i politici che di umoristico non ha nulla, ma che rende bene quello che penso in quel momento. Decido perciò di disegnare il cartone e pubblicarlo.
Lunedì mattina spedisco la consueta mail alla mia mailing list di 2300 anime e vado a pranzo. Ritorno, mi collego per controllare se Domeus, il servizio di smistamento, ha fatto il suo dovere, e ricevo ben due mail con la mia firma.
La prima è quella che ho spedito, la seconda pubblicizza un sito porno! Aaaaargh! Sono sconvolto! Com’è potuto accadere? Il link magari non è neppure male, ma nella mia lista ci sono anche bambini! Uno si aspetta un cartone animato e riceve un link porno…
So che Domeus spesso e volentieri si rifiuta di mandare le mie mail e accetta le iscrizioni di pochi privilegiati, ma questo è troppo. Scrivo una mail di scuse alla mailing list e poi preparo una mail furibonda per Domeus.
A quel punto mi telefona Walter Zanette, un caro amico smanettone, che ha ricevuto il link e ha provato ad entrare in Domeus a nome mio. E mi conferma che spacciarsi per un altro in Domeus – e far arrivare una mail a migliaia di persone – è facilissimo! Basta spedire una mail alla comunità fingendo di essere il moderatore (mettendo quell’indirizzo come mittente) ed è fatta! Per dimostrarmelo invia a tutti una mail a nome mio (un’altra!) senza che io gli abbia dato alcuna password.
Il giorno dopo mi scriverà il team di Domeus. Basta settare l’opzione “protezione password”, mi dicono, e la mail dell’utente viene accettata solo se come oggetto c’è la password. Ma cosa si capisce dalle parole “protezione password”, buttate là vicino al numero dei soci? Non dovrebbe esserci scritto che senza la protezione password la newsletter è aperta a chiunque voglia dire la sua?
Intanto cominciano ad arrivare le prime reazioni degli iscritti, in particolare delle iscritte: “sei un porco”, “hai cambiato genere?”, “sei impazzito?”.
Prevedo che qualche decina, forse qualche centinaio di persone si disiscriveranno. Non posso dar loro torto. Walter mi manda l’IP del colpevole – ovviamente penso a uno scherzo di dubbio gusto – e lo pubblico insieme a una vignetta che sdrammatizza l’accaduto.
Le visite al mio sito, che dovrebbero balzare per effetto dell’invito a vedere il cartone, crollano. Ovviamente chi ha ricevuto le due mail in sequenza o si gode il sito porno, o cancella entrambe disgustato. Una ragazza mi scrive “sei perdonato per il disguido, ma ora qui tutti i miei compagni di università stanno guardando il link che ci hai mandato!”.
La vicenda si conclude la sera, quando mi scrive il webmaster di www.trattoriedellabassa.it (nome fittizio). “Stai cercando il colpevole di quello che è successo? Beh, sono io. Non sto scherzando, non so come è potuto accadere. Non l’ho fatto apposta altrimenti non mi autoaccuserei. Ho spedito una mail al tuo indirizzo, ma invece che a Libero l’ho mandata a Domeus per sbaglio, e poi ho mandato il link a una mia lista su Domeus, forse da questo è nato il casino. Mi spiace davvero”
Quindi non è stato un dispetto di un piccolo hacker. Semplicemente Domeus, che evidentemente manda migliaia di mail a mano grazie a solerti lavoratrici Thailandesi, ha scambiato due mail. Ha mandato un link porno a una lista di cartoni animati.
Questo mi consola parecchio. Non c’è in rete qualcuno che mi vuole così male da sputtanarmi allegramente, è stata una semplice svista. Mi arriva una nuova mail “dai, sono cose che capitano. Mi chiamo Linda, vuoi chattare con me?”
Eh già, il fascino del porno. Forse dovrei davvero cambiare genere. Ma poi ho paura che Domeus mi spedisca agli iscritti cartoni animati.
Nicola Brusco
BruscoCartoons
Giuda, il sito che non tradisce
Update: la replica di Domeus