Un'avventura i servizi gratuiti

Un'avventura i servizi gratuiti

Un lettore racconta la propria esperienza con una piattaforma di community web offerta da un noto portale e chiusa senza spiegazioni. La soluzione? Scegliere il contratto adatto alle proprie esigenze
Un lettore racconta la propria esperienza con una piattaforma di community web offerta da un noto portale e chiusa senza spiegazioni. La soluzione? Scegliere il contratto adatto alle proprie esigenze


Roma – È il 6 luglio, mattina. Mi collego come sempre al mio account di posta su Yahoo e scarico le mail. Nell’arco della mattinata mi collego ancora. Tutto ok. Ad un certo punto, la sorpresa: errore di autenticazione sul server! Pazienza: non è la prima volta. Riproverò più tardi, penso. E più tardi, infatti, riprovo. E riprovo. Sempre lo stesso errore. Accidenti, penso, magari è l’accesso in POP. Proviamo via Web. Inserisco nome utente, password e… niente!

Che strano. Magari mi avranno azzerato la password per qualche motivo. Ok, provo a farmela cambiare. Niente. Però è sempre più strano, perché il messaggio di errore sul Web molto subdolamente insinua che il mio account è stato disabilitato. Ma come? Ma perché? Io, un fedelissimo utente Yahoo da anni e anni, che non ha mai abusato dei servizi offerti e, anzi, ha contribuito con la propria opera ad allargare il loro parco utenti (una mailing list da circa 150 iscritti ne è la prova tangibile). E tutto senza alcun preavviso.

Ci deve essere un errore, ne sono certo. E quindi scrivo all’assistenza online. Una, due volte. Niente. Scrivo anche al helpdesk internazionale. Ancora niente. Accidenti, per mancanza di tempo non mi ero accorto, nella risposta chilometrica, che la risposta stessa viene inviata in automatico, e riporta al suo interno niente meno che… gli stessi preziosissimi, ma nel mio caso assolutamente inutili, consigli su cosa fare quando non si accede alla casella postale. Ok, ora ho capito. Che stupido che sono. Richiedo ancora assistenza, ma questa volta rispondendo alla mail. Sicuramente ora gli “ottimi” tecnici di Yahoo, che prima non avevano neanche degnato di uno sguardo le mie segnalazioni, sapranno aiutarmi a risolvere il problema o, alla peggio, a farmi capire come mai sia stato così brutalmente privato di uno strumento che da anni davo per scontato.

Mi rispondono: “Il nostro sistema ha rilevato violazioni delle Condizioni del Servizio di Yahoo!; per questo non hai più accesso a Yahoo! Messenger o Yahoo! Chat.”. Ehm… veramente mi è stato disabilitato *tutto*, non soltanto Messenger e/o Chat (che tra l’altro non ho mai usato). E poi, si può sapere *quali* sono queste violazioni? Costava tanto dirmelo? Ok, se ne sono scordati. Provo a contattarli di nuovo. Magari una sana dormita e un bel caffè li hanno aiutati a ricordare. Aspetto. Aspetto. Aspetto. Sono passati quasi due mesi. Sto ancora aspettando. Forse sono andati in letargo.

Possibile, mi domando, che si possa venire privati di un servizio, ancorché gratuito, senza preavviso e senza che ne venga reso giustificato motivo? Possibile che si possa essere privati di una casella di posta utilizzata per anni, alla quale fanno riferimento amici e conoscenti di mezzo mondo, e tramite la quale si è iscritti ad alcune mailing list e se ne amministrano altre? Possibile che un operatore delle dimensioni e della notorietà di Yahoo non si prenda neanche la briga di dare una misera spiegazione a chi è stato fedele (e corretto) utente per anni? Possibile essere lasciati in mezzo ad una strada “informatica” così, di punto in bianco? La gratuità dei servizi può giustificare un atteggiamento del genere? A quanto sembra, per Yahoo la risposta è: SI!

In questo caso, forse, vale la pena di domandarsi se valga la pena di aderire a questi servizi, che allettano gli utenti per la loro apparente economicità ma che, nella realtà dei fatti, ne carpiscono informazioni ed abitudini ad uso e consumo di chi, con il solo riflesso del simbolo del dollaro nella cornea, non si fa scrupoli a penetrare nelle loro vite per proporre questa o quell’altra inutile baggianata, ma che alla richiesta di aiuto, di spiegazioni, di chiarimenti, si guarda bene dal degnare il malcapitato utente di qualcosa più che un semplice messaggio di risposta automatico. Quasi che, nel cyberspazio, ciò che di umano c’è in noi si dissolva fino a farci perdere quelle caratteristiche che nel mondo reale descrivono il nostro essere; prima tra tutte, la dignità. Grazie, Yahoo, per avermi fatto capire che preferisco, ancora, appartenere al mondo reale. Di servizi come il tuo, di certo, non ho bisogno.

Simone Bazzi

Gentile Simone
in questi anni in tanti hanno scritto a Punto Informatico per lamentare non tanto l’improvvisa cessazione di un servizio fornito dai più diversi operatori Internet, e non certo solo da Yahoo, quanto invece le modalità di cessazione, sebbene queste siano previste dai contratti accettati all’avvio dei servizi stessi. Detto questo, non si può che solidarizzare con chi si trova in una situazione di questo tipo.

Uscendo dal caso specifico, credo sia giusto sottolineare che per ottenere garanzie riguardo ad un servizio online è necessario scegliere il contratto adatto, anche se questo richiede talvolta di tirar fuori qualche euro dal portafoglio.

Ad ogni modo, speriamo nei prossimi giorni di poter pubblicare una replica di Yahoo! a quanto da te descritto.

Un saluto, Alberigo Massucci

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Pubblicato il
25 ago 2004
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