USA: anche i link sono copyright

USA: anche i link sono copyright

Tra le follie di fine anno anche una sentenza nello stato mormone dello Utah su tre link a materiali religiosi considerati come violazione di diritti d'autore
Tra le follie di fine anno anche una sentenza nello stato mormone dello Utah su tre link a materiali religiosi considerati come violazione di diritti d'autore


Salt Lake City (USA) – Il caso è clamoroso e destinato ad avere strascichi di vario genere anche al di fuori degli Stati Uniti: un tribunale federale americano ha emesso una ordinanza che impedisce ai webmaster di un sito di continuare a pubblicare tre link a materiali della Chiesa di Gesù Cristo, link che puntano a una sorta di breviario mormone.

Il giudice ha stabilito che il sito della Utah Lightouse Ministry non potrà per il momento linkare i documenti che portano al Church Handbook of Instructions. Secondo il magistrato, infatti, la Utah Lightouse è coinvolta in una “complicità nella violazione del copyright” per aver pubblicato URL che gli amministratori del sito “sapevano o avevano ragione di sapere” che portava al breviario mormone.

Sebbene alcune Chiese americane siano già state protagoniste di battaglie legali sul copyright, questa è la prima volta che sotto accusa arrivano i link ad un altro sito e perciò l’ordinanza è analizzata in queste ore con grande attenzione da numerosi esperti statunitensi. Se venisse confermata, infatti, potrebbe rappresentare un precedente decisamente preoccupante per la libera circolazione delle idee e delle informazioni sulla rete.

Nel testo firmato dal giudice si legge addirittura che i gestori del sito sotto accusa sarebbero colpevoli per aver suggerito di leggere il breviario e per aver risposto a domande poste da loro utenti sul breviario stesso. Ma, secondo il legale della Chiesa che ha denunciato il sito, l’ordinanza “non avrà effetti sul linking in generale”. Non è dello stesso avviso la parte avversa secondo cui la Corte “ha preso una posizione estrema sulla violazione del copyright”.

Va detto che la cosa è nata ben prima di questa sentenza e dei tre link. Il sito sotto accusa, infatti, inizialmente pubblicò ampi stralci del breviario protetto dalle leggi sul diritto d’autore. Successivamente passò ai link su diffida della Chiesa.

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Pubblicato il
15 dic 1999
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