USA approvano la tassa sul commercio elettronico

USA approvano la tassa sul commercio elettronico

Il Senato vara il Marketplace Fairness Act. Obbligherà tutte le piattaforme con un giro d'affari superiore al milione a pagare le tasse sulle singole transazioni online. Scattano le polemiche
Il Senato vara il Marketplace Fairness Act. Obbligherà tutte le piattaforme con un giro d'affari superiore al milione a pagare le tasse sulle singole transazioni online. Scattano le polemiche

Con 74 voti favorevoli e 20 contrari, il Senato degli Stati Uniti ha approvato il testo del Marketplace Fairness Act aprendo il fronte delle polemiche tra i giganti della distribuzione online. Nelle nuove previsioni legislative, tutte quelle piattaforme che fatturano più di un milione di dollari all’anno dovranno imporre alle singole transazioni digitali il pagamento di un obolo da destinare al fisco a stelle e strisce.

In realtà la nuova tassa sul commercio elettronico non suona come una novità assoluta all’attenzione dei residenti californiani, che già sono obbligati a pagare le tasse per ciascuna transazione completata tramite la grande distribuzione digitale. Inizialmente contrario al disegno di legge, il colosso Amazon ha dunque accettato di raccogliere l’obolo fiscale in diversi stati dalla stessa California al Texas .

All’opposto il parere dei vertici della casa d’aste eBay, in una missiva elettronica che ha chiesto ai singoli rivenditori privati di protestare contro il testo legislativo ora approvato in Senato. Nella visione del CEO John Donahoe si tratta di un balzello che metterà a rischio il libero commercio su Internet, gravando sui seller più piccoli e su tutti quei consumatori che effettuano transazioni tra stati diversi .

In tutta risposta i responsabili della Marketplace Fairness Coalition – coalizione che rappresenta gli interessi di catene come Walmart e BestBuy – hanno sottolineato come la tassa sul commercio elettronico rappresenti il classico ago della bilancia tra la piccola distribuzione e quella prevista da eBay o Amazon. In sostanza, le catene più piccole verrebbero preservate dal nuovo regime di tassazione sul mastodontico giro d’affari dei retailer online .

“Il signor Donahoe vuole farci credere che il Marketplace Fairness Act penalizzi il business delle piattaforme digitali più piccole – si legge in un comunicato diramato dai responsabili di MFC – Non è onesto, perché sorvola sul fatto che il testo di legge prevede una esenzione per tutti quei rivenditori online con un volume di vendita inferiore al milione di dollari. Per rendere l’idea, il Marketplace Fairness Act non verrà applicato al 99 per cento dei rivenditori, più del 40 per cento di tutto il commercio elettronico”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 apr 2013
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