Era finito in manette nell’estate del 2011, attirato dagli agenti federali in un’imboscata nell’isola di Saipan, territorio presidiato dal governo statunitense nell’arcipelago delle Marianne. Il cittadino cinese Xiang Li si è ora dichiarato colpevole di fronte ad un giudice a stelle e strisce, accusato di furto e successiva vendita di numerosi pacchetti software pirata .
Stando alla ricostruzione offerta dagli inquirenti, Xiang Li avrebbe rubato materiale software da circa 200 produttori statunitensi, da Microsoft a Oracle . L’uomo si sarebbe così messo a capo di un vero e proprio cartello della pirateria, vendendo i prodotti trafugati in oltre 60 paesi del mondo. Dal 2008 al 2011, ha gestito in prima persona un network di siti – uno di questi era crack99.com – per la distribuzione di software.
Per 18 mesi, gli agenti della U.S. Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno lavorato sotto copertura per acquistare materiale del valore complessivo di 150mila dollari. Li veniva attirato nell’isola di Saipan con la promessa di un accordo vantaggioso all’interno di una joint venture della contraffazione. Sempre secondo i vertici di ICE, l’uomo è riuscito a guadagnare un totale di 100 milioni di dollari in quasi 4 anni di attività .
In attesa della sentenza prevista per il prossimo maggio, Xiang Li rischia un totale di 20 anni di prigione per violazione massiva del copyright e frode a mezzo elettronico . La sanzione pecuniaria potrebbe aggirarsi sui 500mila dollari, dopo le imponenti attività di vendita di pacchetti software sfruttati in ambito militare, ingegneristico o spaziale. Li ha però dichiarato di essersi intascato molto meno di 100 milioni di dollari.
Mauro Vecchio