USA, il traffico fluisca libero

USA, il traffico fluisca libero

Una proposta di legge prevede che gli ISP non possano servirsi di data cap e simili misure per favorire un tipo di traffico o un servizio particolare rispetto all'utenza Internet generale
Una proposta di legge prevede che gli ISP non possano servirsi di data cap e simili misure per favorire un tipo di traffico o un servizio particolare rispetto all'utenza Internet generale

La nuova proposta legislativa del noto senatore Ron Wyden mira a difendere la net neutrality e il diritto degli utenti ad accedere a una rete Internet non privilegiata a favore dei grandi gruppi e dei soliti noti: l’obiettivo è quello di inibire ai provider di usare a piacimento i “data cap” per favorire questa o quella azienda e dare priorità a questo o quel servizio.

Destinato – giocoforza – a riposare nei cassetti del Senato statunitense durante il periodo delle feste di Natale e di fine anno, il disegno di legge di Wyden prevede che un ISP non possa “fornire un trattamento preferenziale ai dati basato sulla fonte o il contenuto dei dati” allo scopo di misurare l’uso del traffico Internet e simili.

Se non progettato al solo scopo di gestire la congestione sul network, dice il senatore, la pratica di somministrare un traffico Internet “calmierato” (nel bitrate e non solo) agli utenti può essere un problema per i consumatori e rischia di mettere in pericolo l’innovazione nel quadro dell'”economia digitale”.

Per tale motivo, Wyden chiama in causa anche la Federal Communications Commission affinché si prenda carico della regolamentazione dei limiti di traffico: la commissione del Congresso dovrebbe valutare ogni singola proposta che mordicchia il traffico di rete per stabilire se il suo funzionamento è specifico per limitare la congestione, dice la nuova proposta di legge Wyden, senza danneggiare o “scoraggiare” l’uso di Internet.

Applaudono alla proposta Wyden gli esperti di Public Knowledge, secondo la cui opinione i tetti massimi al traffico “creano una scarsità artificiale nel mercato della banda larga che limita la scelta dei consumatori e mette a rischio la creazione di nuovi contenuti competitivi online”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 gen 2013
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