Washington – Pesante accusa rivolta all’industria dei videogame dal Congresso degli Stati Uniti. Secondo le autorità americane la rate policy adottata per definire le fasce di età a cui sono destinati i videogame, consente l’acquisto di titoli per adulti anche da parte di minorenni .
La scoperta dell’acqua calda? Per evitare una probabile indagine del governo, e il conseguente intervento, l’ Entertainment Software Rating Board (ESRB) , nata nel 1994 per monitorare l’accesso ai titoli proibiti da parte dei minorenni, gioca d’anticipo presentando alla Sottocommissione al Commercio del Senato una proposta di auto-regolamentazione molto severa, che prevede una sanzione da un milione di dollari per chi pubblicherà videogame senza comunicarne prima gli eventuali contenuti over18.
Una misura che non è casuale. Nei mesi scorsi ha tenuto banco la questione della cosiddetta modalità Hot Coffee per “GTA: San Andreas”. Grazie ad essa CJ, il protagonista, poteva avere rapporti sessuali con i personaggi femminili del gioco con la sola applicazione di quella che è stata definita “una patch”. In principio, infatti, nel mirino erano le “modding community”, ritenute probabile fonte della “patch”, anche perché il trucchetto era applicabile soltanto alla versione PC, ma in seguito il giochino erotico si è rivelato parte integrante della release ufficiale del titolo.
Una vicenda che aveva indotto proprio ESRB a ri-denominare il videogame come “adult only” a causa delle evidenti scene di sesso in esso contenute, creando non pochi problemi alle mire commerciali del produttore, Take2Interactive.
Il sesso e la violenza vendono molto e gli sviluppatori lo sanno da tempo: nel 1994 la versione di Mortal Kombat per Sega Megadrive superò nettamente in fatto di copie vendute la rivale Nintendo, che applicava la censura nelle parti più violente del videogame giapponese.
Già in passato ESRB si era trovata costretta a rivedere le proprie politiche di valutazione, in special modo nel periodo successivo al tristemente noto massacro di Columbine del 1999, quando i produttori dovettero fronteggiare una campagna ad alzo zero di autorità ed opinione pubblica contro titoli di grande successo, da DOOM a Carmageddon e, in ultimo, la serie di Grand Theft Auto. In alcuni paesi, come noto, questo notissimo titolo venne fortemente censurato o addirittura proibito.
Ora, dopo le ultime modifiche apportate ai propri parametri di giudizio, ESRB, che ha ricevuto l’ok da parte della Federal Trade Commission , spera di evitare nuove polemiche che possano mettere a rischio la propria autorevolezza e che provochino un’azione dall’alto da parte del Legislatore, certamente perigliosa per le speranze industriali dei produttori.
Giorgio Pontico