USA, tracking satellitare per i molestatori

USA, tracking satellitare per i molestatori

Molestatori e stupratori agli arresti domiciliari dovranno indossare un sistema tracciante basato su tecnologia GPS. Lo prevede una nuova legge in vigore nello stato del Wisconsin
Molestatori e stupratori agli arresti domiciliari dovranno indossare un sistema tracciante basato su tecnologia GPS. Lo prevede una nuova legge in vigore nello stato del Wisconsin

Madison (USA) – Il governatore del Wisconsin, Jim Doyle, ha varato un provvedimento che obbliga i condannati per reati sessuali ad indossare un dispositivo per il tracking satellitare. L’apparecchio servirà per evitare che possano approfittare della libertà vigilata o degli arresti domiciliari per dirigersi in zone considerate “ad alto rischio”, come scuole o parchi pubblici.

Il sistema funzionerà grazie ad un ricevitore GPS , una versione ad hoc di bracciale elettronico : queste persone dovranno indossare il ricevitore all’altezza della caviglia. Qualora le coordinate geografiche del detenuto corrispondano alle prossimità di una “zona proibita”, attraverso una comunicazione GSM il dispositivo contatterà le centrali di polizia più vicine.

Almeno 23 stati su 50 , negli USA, utilizzano questo sistema basato su tecnologia GPS: secondo il governatore Jim Doyle, si tratta di un sistema eccezionale per tenere sotto controllo i movimenti dei personaggi più “pericolosi”. Il costo di un tale apparato di prevenzione e sorveglianza costa indicativamente cinque dollari al giorno : le apparecchiature necessitano di manutenzione ed una centrale operativa deve tenere conto degli oltre 230 detenuti che usufruiscono di questo trattamento.

Le statistiche ufficiali in mano al governo federale degli Stati Uniti parlano chiaro: il sistema sembra essere un successo ed il 90% dei detenuti appartenenti ai programmi di tracking promossi dai vari stati non commette nuovamente reati di tipo sessuale – dallo stupro fino ad atti osceni in luogo pubblico.

Non mancano tuttavia le critiche: “Non funziona nella prevenzione delle molestie sessuali”, dice Richard Wright, un professore statunitense di criminologia che ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano USA Today . Secondo Wright, moltissimi detenuti “tracciati” via GPS non si preoccupano minimamente d’essere tenuti sotto controllo e riescono comunque a commettere crimini.

L’interesse delle istituzioni federali nei confronti di questo programma di sorveglianza telematica, secondo alcuni osservatori, potrebbe portare all’istituzione del tracking su scala nazionale . Iniziative di questo genere sono diventate sempre più diffuse a partire dal febbraio del 2005, quando una ragazzina di 9 anni, Jessica Lunsford, fu violentata ed uccisa dal vicino di casa , in libertà vigilata dopo una condanna per molestie e residente nel quartiere della vittima all’insaputa delle forze di polizia.

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Pubblicato il
9 giu 2006
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