USA, Wikileaks svela le email dei Democratici

USA, Wikileaks svela le email dei Democratici

Email riservate del Comitato del partito mettono nei guai alcuni nomi ai piani alti. Ma ci sono anche molti dati sensibili di normali cittadini. La pista per scoprire la fonte porta in Russia?
Email riservate del Comitato del partito mettono nei guai alcuni nomi ai piani alti. Ma ci sono anche molti dati sensibili di normali cittadini. La pista per scoprire la fonte porta in Russia?

Wikileaks ha pubblicato 19.252 email relative al Comitato Nazionale del Partito Democratico . Il materiale, raccolto in un database navigabile , riguarda email inviate tra il gennaio del 2015 e il maggio del 2016 da sette dirigenti del Partito Democratico senza alcuna forma di censura sui dati ivi contenuti .

Il grande schema che viene fuori dai messaggi divulgati è che nel corso delle primarie democratiche il partito abbia agito per sabotare la campagna del senatore Bernie Sanders e favorire – nonostante la sua supposta neutralità – Hillary Clinton. La prima conseguenza del leak sono state le dimissioni di Debbie Wasserman Schultz, segretaria dei Democratici: testa chiesta anche da Sanders che non ha invece deciso di sottrarre il suo supporto alla Clinton.

Nel database Wikileaks, tuttavia, vi sono anche diverse informazioni personali e finanziarie di cittadini privati : basta digitare “contribution” per scoprire le donazioni di privati al partito democratico e “passport number” per avere centinaia di risultati associati a nome, email, numero di telefono e indirizzo, insomma tutto il necessario per essere materiale per scam e phishing.

Stavolta, insomma, l’intervento di Wikileaks, oltretutto proprio all’alba di una delle più aspre campagne presidenziali a stelle e strisce, sembra pilotata almeno in parte da interessi diversi da quelli del sostegno della trasparenza nelle cose pubbliche: in particolare un dirigente della campagna di Hillary Clinton, Robby Mook, ha accusato il Governo russo di aver orchestrato la diffusione del materia che danneggia il Partito Democratico per aiutare la campagna elettorale dell’avversario repubblicano Donald Trump . La stessa ipotesi era stata fatta circolare a giugno in occasione di un altro attacco perpetrato ai danni dei server del Partito Democratico.

La tesi apparentemente nostalgica della Guerra Fredda, inoltre, sembra supportata da alcuni esperti di cybersicurezza e da indizi che risalgono addirittura alle stanze della Casa Bianca: poche ore prima che le email fossero divulgate su Wikileaks, qui si sarebbe tenuta una riunione di sicurezza per discutere di alcuni rapporti secondo cui hacker russi avrebbero infiltrato il sistema del Comitato del Partito Democratico .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
25 lug 2016
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