Usabilità o ecologia?

Usabilità o ecologia?

di mafe de Baggis. Per la stragrande maggioranza dei siti italiani, più che un esperto di usabilità serve un miracolo, ma la colpa non è di web designer e sviluppatori
di mafe de Baggis. Per la stragrande maggioranza dei siti italiani, più che un esperto di usabilità serve un miracolo, ma la colpa non è di web designer e sviluppatori


Web – Da quando, nella primavera del 2000, Jakob Nielsen ha dichiarato di guadagnare 20.000 dollari al giorno, la cosa (l’usabilità, di cui Nielsen “è esperto”) è sembrata a tutti più interessante – scrive Sofia Postai nella presentazione del suo libro – Siti che Funzionano , appena uscito per HopsLibri .

Mi viene voglia di dichiarare che guadagno 45 milioni al giorno, così magari qualcuno prende sul serio il duro lavoro di chi, ancora prima di pensare “come”, cerca di capire “cosa” deve fare. Intendiamoci: è un gran bene che adesso si lavori seriamente a rendere l’uso di un sito un’esperienza diversa dal togliersi una cicca dai capelli, però prima o poi sarà anche il caso di scoprire che il problema, soprattutto in Italia, è un passo prima. Più che usabilità, chiamiamola ecologia: è arrivato il momento di risanare un ecosistema in crisi, dominato dall’inutile, prima che dall’inusabile.

La maggior parte dei siti che visitiamo tutti i giorni sono costruiti sul nulla, o meglio, sono costruiti sulle sabbie mobili. Se chiedi a cosa servono questi siti, ti senti dire “devo avere una presenza online”, “voglio aumentare le vendite”, “non posso farne a meno”, “ce l’ hanno tutti i miei concorrenti”, “mi piace Internnnet”, “voglio entrare in contatto diretto con tutti i miei clienti” . Se chiedi perchè una persona dovrebbe passarci del tempo, che è un modo per chiedere a cosa servono, vedi il vuoto del panico dipingersi negli occhi dell’interlocutore.

Lavorare a questi siti assomiglia molto a un bel film adesso al cinema, Memento : il protagonista, in seguito a un incidente, non ha più la memoria a breve termine, dimentica in continuazione quello che gli è appena successo. Tutto il film è raccontato al contrario: noi, come il protagonista, non sappiamo cosa è appena successo. Uguale uguale: via via che prosegui nel duro lavoro di progettazione di un servizio online (qualunque esso sia) scopri che tutto quello che è appena successo è già stato dimenticato, che tutto quello che andava fatto prima deve ancora succedere, e che tutto quello che dipende dal tuo lavoro è già stato deciso. Soprattutto, scopri che in poche settimane viene dimenticato il motivo per cui sei stato chiamato: fare un sito utile, sensato, originale, diverso dagli altri.
Perchè diciamo la verità: per fare un sito con dentro sms-meteo-mappe-ticket-coupon-news-web mail-forum io, che poi costo 45 milioni al giorno, non servo a molto. Fare siti tutti uguali, con grafica e interfaccia e linguaggio diverso, è molto facile e molto stupido: il miglior modo per convincere chiunque che Internet è un posto noioso e difficile.

Se c’è un dio della rete, sta ridendo come un pazzo: io rido molto meno, e sono ridotta a sperare nella Crisi per convincere i miei clienti che la clonazione non è la strada più indicata per questo medium, noto anche per essere una rete di reti di computer ognuno diverso dall’altro. Sarà un caso?

mafe de baggis

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Pubblicato il
3 feb 2001
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