Redmond (USA) – Secondo indiscrezioni, la versione finale di XBox potrebbe contenere al suo interno una sorta di V-chip, un sistema per il controllo dei contenuti. Maggiori dettagli verranno svelati al prossimo Electronic Entertainment Expo di maggio: nel frattempo le ipotesi più plausibili sembrano indicare che il sistema fornirà ai genitori un modo per prevenire che i propri figli giochino con titoli particolarmente violenti o con scene di sesso.
Il V-chip è un chip che viene già impiegato su diversi dispositivi elettronici, fra cui TV, videoregistratori e DVD player, per bloccare e dunque “censurare” contenuti.
Se di chip si tratta, sarebbe la prima volta che nell’industria dei videogiochi viene implementato a livello hardware un controllo di questo tipo, che secondo fonti vicine a Microsoft sarebbe peraltro assolutamente estraneo a meccanismi anti-pirateria.
Un tale “guardiano” sembra comunque poco gradito dalla fetta più grossa degli utenti, i ragazzini, che non vogliono rischiare di trovarsi ad impallinare degli zombie verdi al posto di corpulente vittime dal sangue “umano”. Fino ad oggi, tra l’altro, il V-chip è stato imposto per legge solo in Canada, con l’applicazione che filtra i contenuti televisivi in base alle configurazioni imposte dai genitori.
Una portavoce di Microsoft Italia ci ha confermato che l’introduzione di un meccanismo di “parental lock” è al vaglio proprio in questi giorni e si attendono ulteriori chiarimenti in vista dell’E3.
“Qualche tempo fa” – ha spiegato la portavoce a Punto Informatico – “già si vociferava dell’introduzione di questo chip nell’XBox per bloccare contenuti particolarmente violenti (o esplicitamente sessuali) nel mercato giapponese hentai”.
“Nonostante non sia ancora stata confermata con certezza” – continua la portavoce Microsoft – “l’opzione più valida al momento sembra essere un parental lock software: questo vorrebbe dire che all’interno del codice del gioco potrebbe venire integrata l’opzione per bloccare una parte dei contenuti, un controllo fornito agli adulti per limitare l’esposizione di un minore a contenuti a lui non adatti”.
“Questa funzionalità” – sottolinea la portavoce Microsoft – “non è però ancora stata confermata in quanto la legislazione vigente è estremamente differenziata nei diversi paesi (associazioni di rating come ELSPA o SDG, ad esempio, non sono ancora riconosciute in Italia), ed è quindi di difficile applicazione.”
Secondo la Interactive Digital Software Association, ammonterebbero al 58% i giochi per console valutati come “solo per adulti”, tenuto conto che i canoni adottati dall’industria dei videogiochi appaiono ben più severi di quelli adottati per i film.