Treviso – Le intercettazioni telefoniche organizzate dal Dipartimento della Polizia Postale di Mestre sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Treviso hanno consentito di individuare una rete di persone che scambiava e commerciava contenuti pedopornografici attraverso i telefoni cellulari.
Ieri mattina gli agenti hanno effettuato in diverse regioni italiane decine di perquisizioni che si sono tradotte in tre arresti e nell’iscrizione di 21 persone nel registro degli indagati. I tre arrestati sono stati colti in flagranza di reato. L’accusa è quella di cessione di contenuti di pornografia infantile, un’accusa che potrebbe aggravarsi con scopo di lucro e associazione a delinquere.
Sebbene non sia chiarissimo il meccanismo usato da questo “network”, pare accertato che almeno alcuni di loro avessero acquistato quei materiali multimediali che venivano pagati tramite ricariche telefoniche o bonifico bancario .
“Si tratta – ha dichiarato il Procuratore capo di Treviso, Antonio Fojadelli – di un fenomeno preoccupante perché gli interessati a questo turpe commercio appartengono a varie categorie”. “Colpisce – ha aggiunto – che si tratta di minori che vengono utilizzati per scopi di carattere sessuale e per la produzione di materiale pedopornografico”.
Secondo gli inquirenti che si sono occupati dell’operazione, seconda fase dell’indagine nota come Melograno , il listino prevedeva costi fino a 3 euro per una fotografia e fino a 8 per un breve filmato.