Via libera alle nuove comunicazioni spaziali

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Giappone ed Europa puntano tutto sul laser: successo totale del primo esperimento per lo scambio ottico di dati tra due satelliti posti su orbite differenti
Giappone ed Europa puntano tutto sul laser: successo totale del primo esperimento per lo scambio ottico di dati tra due satelliti posti su orbite differenti

Tokyo – Il satellite europeo Artemis ed il giapponese Kirari hanno stabilito la prima connessione ottica bidirezionale tra due sonde poste su orbite differenti. Un grande passo in avanti nel settore delle telecomunicazioni orbitali, nato dalla collaborazione tra ESA e JAXA , accolto dal New Scientist come il “precursore di futuri sistemi ultraveloci per lo scambio di informazioni nello spazio”.

I due satelliti, in orbita ormai da tempo, hanno raggiunto l’allineamento solo lo scorso 9 dicembre: Kirari ed Artemis, separati da una distanza considerevole e situati su piani orbitali diversi, sono quindi riusciti ad ottenere un collegamento bidirezionale “senza riscontrare alcun errore o interferenza”, dichiarano i portavoce ESA. La tecnologia utilizzata per la connessione ottica, chiamata SILEX , permette una velocità di 50 Mbps , unendo bassi costi energetici ad una grande flessibilità operativa.

Una ricostruzione ESA del collegamento laser SILEX è il frutto di 20 anni di ricerche condotte da ESA ed opera ad una lunghezza d’onda di 800 nanometri: gli scienziati assicurano che il sistema, direzionabile e dotato di un avanzato dispositivo per il controllo degli errori, è virtualmente esente dal problema delle interferenze, oltre a garantire un altissimo grado di sicurezza. Il laser potrà essere utilizzato per creare una rete ottica tra costellazioni di satelliti, in modo da condividere risorse e dati, così come per facilitare la ricezione di informazioni ed ordini dalle basi terrestri.

L’uso dei metodi di telecomunicazione tradizionali potrebbe presto diventare un ricordo del passato: grazie alla collaborazione con l’agenzia spaziale nipponica, impegnata nel progetto OICETS , Optical Inter-orbit Communications Engineering Test Satellite , gli esperti del settore sono convinti che l’uso di raggi laser per trasmettere dati avrà sempre più rilievo nel futuro della progettazione aerospaziale.

JAXA, per celebrare l’evento, ha diffuso un video divulgativo. Gli ingegneri giapponesi hanno paragonato l’esito dell’esperimento Kikari-Artemis ad un “colpo sparato dalla stazione di Tokyo che centra la cruna di un ago sulla cima del monte Fuji”. La distanza tra satelliti geostazionari, come Artemis, e di orbita bassa, come Kikari, può infatti superare i 40mila chilometri .

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 13 dic 2005
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