Video di Bin Laden su server USA

Video di Bin Laden su server USA

Una mattina un centro informatico dello stato dell'Arkansas ha fatto una scoperta inquietante: parte dei propri server erano occupati da video e file che propagandano Al-Qaida
Una mattina un centro informatico dello stato dell'Arkansas ha fatto una scoperta inquietante: parte dei propri server erano occupati da video e file che propagandano Al-Qaida


Little Rock (USA) – Decine di video, discorsi pro-terrorismo e inni alla guerra santa sono stati resi accessibili da un server di una agenzia statale in Arkansas. Ma, com’è ovvio, erano materiali disponibili al pubblico che però né il Governatore dello stato né il proprio staff hanno posto in rete. Qualcuno ce li ha messi.

La notizia che qualche cracker riesca a penetrare le difese di server di importanza non decisiva nelle istituzioni non sorprende più di tanto ma fa certo più rumore il fatto che su un server pubblico, perdipiù gestito da una istituzione americana, siano stati rinvenuti numerosissimi contenuti che ritraggono Osama Bin Laden , propagandano le ragioni del terrorismo e inneggiano alla guerra santa.

Stando alle notizie fornite dai giornali locali, si è saputo della presenza di quei materiali solo perché alcuni link erano stati pubblicati su un forum del sito web arabo al Ansar da un uomo che si è identificato solo come “Irhabi 007”, qualcosa che si può tradurre come “Terrorista 007”. Sarebbe stato un giornalista della CNN a contattare il Dipartimento per chiedere spiegazioni della presenza di quei materiali e, dunque, a dare l’allarme. Alcuni esperti ritengono che Irhabi 007 non sia un arabo ma possa essere un americano e questo perché per postare sui forum del sito, cosa che ha fatto ripetutamente per mesi, pare abbia usato un traduttore automatico.

Le autorità del Dipartimento dei Trasporti dell’Arkansas, sui cui server si trovavano quei materiali, hanno confermato la rimozione di circa 70 file che erano stati posti a disposizione tramite FTP.

L’ FBI per il momento si è limitata ad affermare di aver prelevato i computer e i materiali ma non ha voluto confermare l’apertura di una inchiesta ufficiale sulla vicenda da parte della polizia federale.

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Pubblicato il
15 lug 2004
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