Visioni industriali: cyberPhilips?

Visioni industriali: cyberPhilips?

Come trasformare gli aggeggi di cui ci circondiamo in un unico ambiente coccoloso che non richiede conoscenze tecniche? Philips chiede idee e ne lancia di proprie. Con futuroggetti di prim'ordine
Come trasformare gli aggeggi di cui ci circondiamo in un unico ambiente coccoloso che non richiede conoscenze tecniche? Philips chiede idee e ne lancia di proprie. Con futuroggetti di prim'ordine


Web – Philips ha deciso di utilizzare gli innumerevoli canali di comunicazione di cui dispone per chiedere consiglio ai propri clienti, anziché proporre loro nuovi prodotti. Una raffinata tecnica di marketing? Certo, ma anche un modo per coinvolgere ed attrarre verso il futuro digitale. Insomma, val la pena darci un’occhiata.

Che idea abbiamo del futuro digitale? Philips comunica di averne una propria, che chiunque può votare online , in via di sviluppo, che ora trova forma in quasi improbabili futurprototipi che sembrano usciti da una puntata dei Pronipoti, vecchio cartoon futuristico. Tutto disponibile su un sito che non a caso si chiama Connected Planet .

Al centro di tutto, dice Philips, è l’uomo (fiuuuu!) e la tecnologia che, grazie alla miniaturizzazione e a batterie dalla durata sempre maggiore, trasforma le applicazioni wireless, senza filo, in un qualcosa alla portata di tutti, nella vita di tutti i giorni. L’unica certezza, dunque, è che dei cavi potremmo parlare come di un ricordo del passato, di un fastidioso retaggio. Se a questo uniamo i concetti di controllo “umano” delle applicazioni e controllo delle informazioni ecco che la visione si fa interessante.

Un esempio banalissimo ma efficace: se si ascolta la musica ad un volume elevato e suona il telefono la prima cosa che si fa è abbassare il volume della musica, poi rispondere al telefono. Se il telefono fosse intelligente, e soprattutto se facesse parte di un sistema domestico informatizzato, abbasserebbe la musica da solo oppure, ma è solo un esempio, farebbe invece scattare la segreteria telefonica nel caso l’interlocutore che chiama è nella lista nera di quelli che non devono disturbarci.

Altro esempio: squilla il telefonino. La prima domanda è quasi sempre “dove sei?”. Grazie a servizi di localizzazione possiamo rendere accessibili, a chi vogliamo, le informazioni riguardanti la nostra posizione ed ecco che la classica domanda diventa obsoleta. Per non parlare del fatto che la telefonata può essere registrata sul telefonino, scaricata nel sistema informatizzato che gestisce la casa e i vari dispositivi, trascritta in formato scritto o inviata sul televisore di casa della vecchia zia.

I tutori della privacy stiano tranquilli, tra le parole d’ordine della Philips c’è la sicurezza delle informazioni ed il controllo sul sistema, controllo che è bene ricordarlo al momento è praticamente inesistente su quanto accade collegandosi in rete. Sperando, naturalmente, che non si tratti di sole parole.

Quanto dovremo aspettare per questi bei “dispositivi” (parola che Philips elegantemente usa per non dire “questi cosi” )? Poco, qualche anno. Nel frattempo l’azienda raccoglie consigli e distribuisce informazioni, foto e racconti, favole moderne che parlano di comunicazione, di socialità e di singolarità messe sullo stesso piano, di nonne in treno che scansionano riviste mentre il nipotino fa suonare le sue cuffiette piene di mp3 sullo stereo di casa. Una volta si chiamavano elettrodomestici ma il termine alla luce di questi racconti sembra così antico… (continua)


Titolo: Louise
“Il padre, un dirigente d’azienda, sta terminando una telefonata mentre entra in sala riunioni. Per mezzo del comando vocale regola il suo dispositivo di comunicazione sulla modalità “meeting”: esso lo avviserà con un suono discreto, solo in caso di chiamata prioritaria, e devierà tutti gli altri messaggi alla segretaria oppure alla segreteria telefonica. Durante la riunione prenderà appunti con la sua penna Bluetooth e il dispositivo provvederà a visualizzarli e memorizzarli. Ad un certo punto riceverà un messaggio vocale dalla figlia, che verrà convertito in testo per consentirne la ricezione senza disturbare il corso della riunione, al quale risponderà sempre per iscritto.

La piccola Louise, di otto anni, e l’amichetta Frederique sono munite di uno stesso dispositivo che, oltre a metterle in contatto diretto con i genitori ogni volta che lo desiderano, offre loro un’infinità di utili e divertenti opportunità. Grazie ad un apposito sensore, ad esempio, possono prendere parte ad un gioco di gruppo che si sta svolgendo su un treno. Più tardi, quando torna a casa, la porta d’ingresso chiede a Louise la sua password vocale. L’Home Hub registra la sua presenza e accende le luci, informando al contempo i genitori del suo rientro a casa. Frederique e Louise hanno gli stessi gusti in fatto di web e navigano insieme in Internet collegando i rispettivi dispositivi al televisore”.

Titolo: Tom
“Tom, quattordici anni, sta ricevendo nuovi messaggi memorizzati dal suo Home Hub. Uno di essi contiene musica e Tom la ascolta immediatamente per mezzo dei suoi auricolari wireless. Poi, per sentirla meglio, si sposta in camera, dove amplifica la musica collegando gli auricolari all’impianto stereo e alzando il volume al massimo. Intanto continua ad ascoltare i messaggi. Più tardi riceve una telefonata della nonna, e il volume della musica si abbassa automaticamente.
La nonna è in treno. Sfogliando una rivista, si sofferma sulla pubblicità di un ristorante. Il suo dispositivo scansiona l’immagine, riconosce il numero telefonico e lo evidenzia, affinché lei possa comporlo. Dall’altra parte non risponde nessuno, così la nonna lascia una prenotazione registrata per la sera. Più tardi riceve un messaggio di conferma dal ristorante, con allegata una piantina che ne mostra l’ubicazione. Arrivata in stazione la nonna chiama al telefono la figlia e un apposito servizio di localizzazione consente loro di trovarsi rapidamente tra la folla.”

Questi, ed altri racconti, sono anche disponibili in forma di piccoli video sull’ormai indispensabile sito Connected Planet .

Encomiabile il lavoro della Philips. Basta per un attimo pensare a come una azienda potrebbe descrivere un televisore a qualcuno che non sa cosa sia la televisione. Potrebbe raccontare di un dispositivo posizionabile in casa, che connesso ad un accessorio posto sul tetto della casa riceve delle trasmissioni visualizzabili in due dimensioni su uno schermo luminoso. Grazie ad un altro accessorio senza fili è possibile modificare il volume dell’audio ed il tipo di trasmissione ricevuta.

Ma questo è il passato…

Luca Schiavoni

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Pubblicato il
12 mag 2000
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