Vodafone condannata per FreeRoaming

Vodafone condannata per FreeRoaming

L'Authority interviene ancora una volta per far notare che usare il termine Free per un servizio a pagamento è ingannevole. Ma Vodafone, bocciata per un altro spot dal Giurì, non risponde al Garante
L'Authority interviene ancora una volta per far notare che usare il termine Free per un servizio a pagamento è ingannevole. Ma Vodafone, bocciata per un altro spot dal Giurì, non risponde al Garante


Roma – Non ci sta l’ Autorità garante del mercato e della concorrenza e, dinanzi all’ennesimo ricorso di un utente, ha dovuto ancora una volta prendere posizione contro l’abuso di certe terminologie inglesi che abbondano nella pubblicità italiana.

Il provvedimento n. 12867 dell’Autorità prende di mira in particolare il servizio FreeRoaming di Vodafone , promosso con tecniche di comunicazione che, secondo il Garante, contrastano con le attuali normative sulla pubblicità.

Il ricorso contro Vodafone è stato presentato da un abbonato dell’azienda che ha ricevuto tramite SMS la pubblicità del servizio Vodafone. L’abbonato ha dichiarato all’Autorità che, una volta attivato il servizio che, dato il suo nome, sembrava gratuito, si è visto arrivare due SMS da Vodafone in cui veniva informato che gli erano stati addebitati 6 euro “a titolo di servizi e promozioni” e 0,21 euro a titolo di “addebito roaming”. Il tutto senza aver neppure effettuato una telefonata.

Il testo dell’SMS che hanno ricevuto in tanti è: “Anche tu puoi chiamare gratis dall’estero per un mese con la promozione FreeRoaming. Scopri come chiamando il n. gratuito… . Sebbene sia oggettivamente difficile aspettarsi servizi gratuiti nella telefonia mobile, l’utente che ha denunciato l’accaduto ha davvero ritenuto che fosse gratuito, termine utilizzato assieme a “Free” per ben due volte nello stesso messaggio.

Quel che forse può sorprendere tanti è il fatto che, nel suo procedimento, l’Autorità ha dichiarato che Vodafone non ha fornito le informazioni richieste dall’Autorità sulle “modalità di fruizione e di erogazione del servizio di roaming”. Né ha fatto pervenire le precisazioni richieste dal Garante. Non sono peraltro previste sanzioni per tali comportamenti.

Sulla vicenda dell’SMS Vodafone ha dato il suo parere anche il Garante delle TLC sottolineando che l’SMS di Vodafone viola le attuali normative.

Per queste ragioni l’Autorità sul mercato ritiene lo spot una pubblicità ingannevole . Non che questo significhi granché per Vodafone, visto che le sanzioni (2.580 euro e fino a tre mesi di arresto) scatterebbero soltanto se il carrier ripetesse quello stesso annuncio.

Ma la condanna dell’Authority arriva a pochi giorni dalla bocciatura dello spot televisivo di Vodafone sulla “San Valentino Card” da parte del Giurì sulla pubblicità . Secondo quest’ultimo lo spot, infatti, non è conforme al Codice di autodisciplina pubblicitaria perché “non chiarisce con sufficiente evidenza che il telefonino gemellato deve essere anch’esso Vodafone”. Anche in questo caso l’unica cosa che Vodafone deve fare per mettersi in regola è cessare l’uso di quello spot.

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Pubblicato il
18 feb 2004
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