Chicago (USA) – Sebbene sulla tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) gravi l’ ombra sollevata in Europa dai garanti per la privacy , la più grande catena americana di negozi, Wal-Mart , ha deciso di iniziare ad adoperare i chippetti radio in alcuni suoi magazzini e punti vendita all’ingrosso.
Dopo aver sperimentato a lungo la tecnologia, Wal-Mart si è detta pronta a passare alla fase due e preparare il terreno all’installazione di dispositivi per la lettura degli RFID lungo tutta la sua vasta catena distributiva: entro la fine dell’anno conta di estendere l’uso dei chip radio ad almeno 150 negozi. Wal-Mart ha anche fissato una data, il gennaio del 2005, entro la quale i suoi 100 maggiori fornitori – fra cui Gillette, HP, Johnson & Johnson, Procter & Gamble e Unilever – dovranno utilizzare le etichette “intelligenti”, dette “smart tag”, per identificare ogni imballaggio.
RFID è una tecnologia su cui si stanno fiondando un po’ tutti, dai fornitori ai produttori di beni, dai chipmaker agli sviluppatori di software: fra questi ultimi si contano Microsoft, che si è impegnata nello sviluppo di standard per il settore , e Oracle, che proprio di recente ha annunciato ingenti investimenti sui radiochippetti.
Come noto, RFID è un sistema di identificazione elettronica dei prodotti che si avvale di etichette capaci di emettere segnali radio a corto raggio per monitorare, attraverso speciali lettori, i prodotti lungo ogni passaggio della catena di distribuzione fino al momento in cui vengono acquistati.
Oltre a comportare vantaggi per i produttori, soprattutto nel campo della logistica e della distribuzione, le tecnologie wireless applicate ai beni di consumo promettono di portare con sé diversi benefici anche per i consumatori, che avranno ad esempio la possibilità di evitare le file al supermercato: qui un lettore (un’antenna ricevente) sarà infatti in grado di individuare direttamente il contenuto del carrello, con conseguente addebito diretto della spesa effettuata.
L’appoggio di Wal-Mart alla tecnologia RFID potrebbe dare una forte spinta all’adozione delle smart tag non solo nel settore della vendita all’ingrosso, ma anche in quello al dettaglio. Wal-Mart ammette che questa tecnologia richiede investimenti non trascurabili, che però dovrebbero essere ammortizzati nel lungo periodo attraverso i risparmi introdotti nel controllo degli inventari e nel tracking della merce.
Per quanto riguarda le problematiche relative alla privacy, Wal-Mart ha di recente comunicato di essere intenzionata a seguire le linee guida pubblicate dall’organismo per gli standard EPC (Electronic Product Code), EPCglobal : questo standard dovrebbe fare in modo che l’industria usi la tecnologia RFID nel modo più trasparente possibile, informando adeguatamente i consumatori su quali informazioni vengono raccolte e sulle loro modalità di trattamento.